Nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna aveva risposto positivamente alla richiesta del Ministero della difesa, accogliendo in provincia di Parma e di Piacenza un primo gruppo di 108 persone in fuga dall’Afghanistan dopo la caduta di Kabul e il ritorno al potere dei Talebani.
Ora, a distanza di pochi giorni, è atteso in regione un altro gruppo di un centinaio di persone, in arrivo nel pomeriggio di venerdì 27 agosto e che saranno accolte in due strutture della provincia di Modena, un albergo di Modena città e un altro a Concordia sulla Secchia: si tratta di uomini e donne (con le rispettive famiglie) che prestavano servizio nell’ambito della missione Italia-Nato e che sono state evacuate dal paese perché considerate a rischio di rappresaglie e vendette da parte dei Talebani per la loro precedente collaborazione con le autorità italiane.
Potranno trascorrere in Emilia-Romagna il periodo di quarantena obbligatorio (dai 7 ai 10 giorni) previsto dalla legge per ogni viaggiatore che arriva dall’estero. Una volta terminato questo lasso di tempo, sarà il Ministero dell’interno a indicare il percorso più idoneo per dare assistenza e risposta alle loro necessità.
“L’accoglienza di queste persone in fuga dall’Afghanistan per noi rappresenta un dovere”, ha sottolineato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, che ha espresso anche il proprio cordoglio per le vittime dell’attentato di giovedì 26 agosto all’aeroporto di Kabul.
“In questi anni hanno collaborato alla missione della Nato e con le nostre autorità, e per questo ora in patria rischierebbero rappresaglie e, addirittura, la vita. Dobbiamo a loro riconoscenza, quindi. Ma il dovere dell’accoglienza, per la quale come sindaci abbiamo dichiarato disponibilità fin da subito, ha un significato anche più generale, deve testimoniare a un intero popolo che, nonostante la drammatica catena di errori di queste settimane, non li stiamo lasciando soli”.
L’accoglienza, ha aggiunto il sindaco Muzzarelli, “è il primo passo per un impegno del nostro Paese ad aiutare quelle popolazioni, anche collaborando con le organizzazioni umanitarie per costruire corridoi per i rifugiati. Tutto il Paese, quindi, deve collaborare sia ora sia nel percorso di integrazione che dovrà essere avviato, insieme al mondo del volontariato, dopo la prima accoglienza”.
Il Comune di Modena è in stretto contatto con la prefettura cittadina e con la Protezione civile regionale per coordinare la gestione di questa prima fase dell’accoglienza, e lunedì 30 agosto parteciperà al tavolo regionale convocato dalla prefettura di Bologna insieme ai sindaci delle città capoluogo dell’Emilia-Romagna.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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