Dieci anni di chiusura per alcuni cedimenti, poi l’acquisto e la riqualificazione grazie a una cordata di mecenati locali – cittadini e imprenditori – costituiti in una fondazione e infine la decisione di donare al Comune di Sassuolo (Mo) l’edificio ristrutturato, un bene culturale di importante valore architettonico, mantenendone la gestione per i prossimi nove anni.
La storia del Teatro Carani, inaugurato nel 1930 e chiuso dal 2014, ricomincia oggi con il taglio del nastro che ha riunito stamani il sindaco di Sassuolo, Gian Francesco Menani, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, il presidente della Fondazione Teatro Carani, Claudio Borelli, e il presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia.
Un ricco cartellone di musica e prosa, sostenuto anche dalla Regione Emilia-Romagna in questa prima fase di avvio con 500mila euro di contributi e dal Comune con 200mila euro l’anno di risorse per la gestione del Teatro, che inizierà stasera con il concerto di Nek, celebre cantautore di Sassuolo.
“La bella storia del Carani dimostra quanto il teatro sia importante per il territorio e le persone che lo abitano- affermano Bonaccini e Felicori-. La cultura, l’arte e la musica sono un patrimonio collettivo e un collante imprescindibile per lo sviluppo e la crescita delle comunità che intendiamo sempre più sostenere. Per questo abbiamo approvato un progetto di legge con l’obiettivo di concorrere alla riapertura dei teatri storici e delle sale cinematografiche dell’Emilia-Romagna chiuse o inattive. E qui, oggi, grazie all’impegno dei cittadini e degli imprenditori di Sassuolo e con il contributo delle istituzioni, si apre una nuova stagione per il Carani e per coloro che potranno partecipare a un’offerta di spettacolo più ampia e qualificata”.
Il contributo straordinario della Regione alla Fondazione Teatro Carani Ets sarà ripartito in 130 mila euro nel 2024 e 185 mila nel 2025 e 2026, e viene erogato nell’ambito del progetto di legge della Giunta per il sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici, che prevede modifiche alla legge regionale n. 13 del 1999 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale n. 20 del 2014 (Norme in materia di cinema e audiovisivo). Con l’obiettivo, appunto, di sostenere la riapertura dei teatri storici inattivi, 33 sui 117 dell’Emilia-Romagna, e delle sale cinematografiche, in particolare le monosale, collocate in aree meno densamente abitate, che spesso vengono chiuse in ragione di dinamiche di mercato.
La riapertura del Cinema Teatro Carani rappresenta un significativo incremento dell’offerta di spettacolo in un territorio densamente popolato, quello dell’Unione del Distretto ceramico e dei Comuni limitrofi a Sassuolo, che conta più di 150 mila abitanti.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!