“L’ultima fotografia di Marx”, il romanzo di Roberto Franchini (nella seconda foto) verrà presentato mercoledì 8 maggio, alle 18, presso il Binario 49, in via Turri. Ne parlerà con l’autore il giornalista Michele Smargiassi.
La trama. La moglie Jenny era morta alla fine del 1881 di tumore, lui aveva una pleurite e una forte bronchite: e così Karl Marx, su consiglio dell’amico (e finanziatore) Engels, lasciò per la prima volta la vecchia Europa per andare ad asciugarsi al caldo sole di Algeri. Partì dal porto di Marsiglia il pomeriggio del 18 febbraio 1882 a bordo del piroscafo Said e arrivò in terra africana dopo più di trenta ore di navigazione. I medici che gli avevano consigliato di andare ad Algeri non sapevano però che d’inverno vi piove spesso e il tempo è molto più europeo che africano.
Marx rimase nella città per settantadue giorni, accompagnato da Albert Farné, giudice di pace condannato per ragioni politiche (aveva partecipato alla Comune di Parigi) che aveva scelto di emigrare. Il pensatore tedesco visse nella modesta pensione Victoria, fuori dal centro; dal balcone della sua camera, poteva vedere da un lato il porto e il mare, dall’altra le montagne della Kabilia, in quei giorni innevate.
Prima di ripartire per Marsiglia, Marx decise di farsi scattare una fotografia, l’ultima. Morì pochi mesi dopo. Prendendo le mosse da queste vicende e dalle fonti che le documentano, Roberto Franchini immagina l’estremo viaggio del filosofo del comunismo che ci appare, come suggerisce la tenerezza dello sguardo nell’ultima fotografia, nelle insolite vesti di padre e nonno.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]