La chiesa di san Pellegrino costituisce una parte significativa del patrimonio sociale, storico e culturale della città di Reggio Emilia. Eretta nel 1776 su un antico oratorio preesistente, fu punto di riferimento per un vastissimo territorio di campagna a sud delle mura della città – “ne Borghi di Porta Castello” – che spaziava dalla Roncina a Gavasseto, dai confini con Canali e Rivalta fino appunto alle porte dell’attuale centro storico.
Lo sviluppo della città l’ha inglobata, a partire dagli Cinquanta del XX secolo, nel tessuto urbano, con un aumento esponenziale della popolazione residente, tanto che dagli originali confini e pertinenze della parrocchia (stabiliti nel 1791 dal vescovo Antonio Maria d’Este) ne sono sorte ben altre sette: Regina Pacis (1948), Sant’Antonio da Padova (1960), Sant’Anselmo al Buco del Signore (1963), Immacolata Concezione di Maria alla Crocetta (1963), Preziosissimo Sangue (1964), Gesù Buon Pastore (1969), a cui si aggiunge la chiesa dedicata a Santa Maria del Carmine presso l’Ospedale Santa Maria Nuova.
Molte generazioni di reggiani hanno dunque trovato accoglienza nella chiesa di San Pellegrino e vi hanno celebrato i riti più importanti della loro fede. Nei tempi durissimi della seconda guerra mondiale, don Angelo Cocconcelli – storico parroco dal 1941 al 1996 – ne fece un centro di resistenza e di carità: il 16 settembre 1943 nella canonica di via Tassoni si tenne la prima riunione clandestina del Comitato di Liberazione Nazionale reggiano.
Nell’ultimo quarto di secolo sono stati adeguati e ampliati tutti gli edifici, che ora formano un centro di comunità al servizio del quartiere e della città: casa canonica, centro d’ascolto delle povertà, circolo ricreativo, cinema, scuola per l’infanzia, pensionato per anziani. Nel territorio della parrocchia si trova anche la sede del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia (CeIs). Da qualche anno, a San Pellegrino è ospitato un piccolo museo che conserva il ricordo del sacrificio di don Pasquino Borghi (il cappotto che indossava quando fu fucilato dai fascisti il 30 gennaio 1944).
La chiesa di San Pellegrino è anche uno dei punti di snodo della Via Matildica del Volto Santo, un itinerario tra spiritualità e pratica sportiva che va da Mantova a Lucca.
LE TRE FASI DEL RESTAURO
Un tale patrimonio di fede, storia e cultura – lungo quasi 250 anni – non poteva dunque essere abbandonato ad un lento ma inesorabile destino di degrado, i cui segni erano diventati ben visibili.
Trattandosi di un bene storico, il restauro ha dovuto tenere conto delle indicazioni della Sovrintendenza alle Belle Arti. Il progetto è stato affidato allo Studio Severi, autore dei restauri dei principali luoghi di culto della città (Cattedrale, Ghiara, San Prospero), l’esecuzione all’impresa Gigli, con la supervisione alla sicurezza dell’ing. Marco Arduini.
Dopo una fase di stallo dovuta anche alla pandemia, a metà del 2022 si è aperto il cantiere per il primo intervento di generale consolidamento della struttura: sono state riparate e rinforzate le capriate del tetto; sistemato l’impianto ligneo della torre campanaria; rafforzata la tenuta delle mura perimetrali per migliorare il comportamento sismico dell’edificio, in particolare nella zona dell’abside; rifatto gran parte dell’intonaco e ritinteggiate completamente le superfici esterne con un bel colore caldo.
Dopo la rimozione dei ponteggi esterni e grazie proprio alla nuova nuance, la chiesa di San Pellegrino da alcuni mesi fa bella mostra di sé all’incrocio di via Tassoni, piazza Quarnaro e via Magati. Il restauro è tuttavia ben lontano dall’essere concluso. Ora si sta lavorando all’interno: si così è svuotata la chiesa, da mesi si è trasferita tutta la vita liturgica nella parrocchia del Buon Pastore – dal 2012 in Unità Pastorale con San Pellegrino – e si è scavato per la collocazione del nuovo impianto di riscaldamento e per la posa del nuovo pavimento in seminato veneziano. La seconda fase si concluderà con l’allaccio al teleriscaldamento con la revisione degli impianti elettrici e di amplificazione.
Infine è prevista una terza fase, quella del restauro artistico degli interni, col recupero e la valorizzazione dei colori originali del Settecento, il ripristino degli stucchi e degli infissi.
L’APPELLO ALLA COMUNITÀ PER IL SOSTEGNO ALLE SPESE
L’importo complessivo del costo dei lavori è di circa un milione di euro. “All’inizio ci siamo chiesti se avesse senso gravare la parrocchia di un onere così pesante – spiega il parroco don Giuseppe Dossetti – ma non avevamo molta scelta: o si iniziava il restauro, oppure la chiesa sarebbe divenuta inagibile e sarebbe stata abbandonata. Abbiamo pensato che questa spesa, veramente importante, non sia un lusso, ma, anzitutto, sia un debito verso le generazioni che ci hanno trasmesso la fede. Non si può rottamare una storia di fede così grande e duratura”.
La risposta generosa da parte delle istituzioni ecclesiastiche e civili, di aziende e di privati cittadini alle richieste di contributi – fatte peraltro un po’ in sordina – ha permesso di raccogliere già una cifra considerevole, circa seicentomila euro: con la disponibilità che la parrocchia aveva sul proprio conto, il finanziamento dei primi due lotti di intervento è stata garantita.
Ora restano da coprire i circa trecentomila euro del terzo e ultimo lotto. Da qui l’appello di don Giuseppe Dossetti che va oltre i confini della parrocchia e si estende a tutta la comunità reggiana.
“Insieme ai progettisti e alle imprese che hanno lavorato con maestria al cantiere – spiega il parroco – ringrazio tutti coloro che si sono finora attivati con slancio e generosità per contribuire al finanziamento della prima parte dell’opera, offrendo una testimonianza concreta di comunione e carità corale. Ora chiediamo di offrire quanto ciascuno può dare, i mattoni della nostra chiesa sono legati dal cemento della carità, della fede e della speranza. Certo, anche della speranza: in questi tempi così duri, quando si distruggono case, ospedali, scuole, è bello pensare che siamo pellegrini che trovano una sosta nel loro andare. La nostra patria non è qui, ma è bello anticiparne la memoria. Grazie per quello che potrete fare e per la vostra preghiera. Infatti, ‘se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori’ (Salmo 127)”.
COME CONTRIBUIRE
Le donazioni possono essere effettuate sul conto dedicato, intestato alla parrocchia di san Pellegrino: IT 09 C 02008 12824 000 100 266113.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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