La situazione di siccità “è in peggioramento: in alcuni territori non piove da 110 giorni” e in decine di Comuni di Piemonte e Lombardia “sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua, perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più”.
Così all’Ansa Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po – Ministero della transizione ecologica (AdPo-MiTe), dopo l’allarme già lanciato nei giorni scorsi dall’Osservatorio sulla siccità, che tornerà a riunirsi martedì 21 giugno.
La scorsa settimana Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, aveva fatto presente di aver chiesto ai sindaci di un centinaio di Comuni in Piemonte e di 25 in Lombardia (nella Bergamasca) sospensioni notturne dell’acqua, per rimpinguare i livelli dei serbatoi. Ebbene, in molti di questi le ordinanze ci sono già, sottolinea Berselli: “il razionamento dell’acqua per uso idropotabile c’è già”. Altro fronte che preoccupa è il Ferrarese e, in misura minore, la Romagna. “Nel Ferrarese, un bacino di circa 250mila persone, abbiamo chiesto di prelevare meno acqua possibile”. Circa 300mila sono le persone che invece fanno capo ai potabilizzatori della Romagna, “al momento più fortunate perché l’acqua arriva dalla diga di Ridracoli che ha immagazzinato buone scorte in autunno”.
Il razionamento c’è già anche in agricoltura, settore che è “scoppiato”, aggiunge, “dove chiediamo di prelevare meno di quanto hanno bisogno, per consentire un deflusso minimo vitale di acqua”, nonostante questo sia il periodo in cui ci sarebbe maggiore bisogno di acqua per portare a maturazione le colture.
“Siamo in una tempesta perfetta, non si era mai visto un anno così: la neve sulle Alpi completamente sparita, ghiacciai in esaurimento, temperature più alte della media, scarse piogge, ventilazione calda che secca i suoli… Il Po non aveva una portata così bassa da 70 anni, ma la verità è che la vedremo ancora più bassa”, ha concluso Berselli.
Anche il Consorzio della Bonifica Burana, attraverso il suo presidente Francesco Vincenzi, ha espresso “grande preoccupazione per la situazione climatica attuale”. Sebbene ad oggi siano state attuate tutte le manovre e le operazioni idrauliche possibili per arginare le criticità dovute alla grave siccità, “se perdura questa situazione non ci saranno più le condizioni per derivare acqua dal fiume Po”.
Per la situazione che va prospettandosi, e in considerazione del previsto rialzo delle temperature e del picco di caldo atteso nel fine settimana del 18-19 giugno, in un periodo peraltro già caratterizzato da afa e da temperature mediamente più elevate del passato (a Modena, ad esempio, si è registrato un +4° rispetto alla media climatica 1991-2019), Vincenzi ha chiesto a tutta la cittadinanza “la massima collaborazione affinché si faccia un uso oculatissimo della scarsa risorsa idrica a disposizione”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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