Il Partito democratico è morto, è questo in sinstesi quello che sostiene il sindaco di Parma Federico Pizzarotti nell’intervista concessa all’agenzia di stampa Adnkronos e che aggiunge: ora tocca a noi, riferendosi alla lista civica Italia Comune.
"E’ evidente che il Pd sia morto e non se ne è accorto, in termini di progetto devono partire da questa considerazione. Ho letto le parole di Calenda: mi sembra più lucido e lineare sul fatto che bisogna rifondare tutto rispetto ad altri più moderati, come Martina e Orlando". E’ quanto afferma all’Adnkronos il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, presidente di ‘Italia in Comune’, dopo i ballottaggi delle amministrative e rispondendo a una domanda sulla disfatta del Pd.
"Renzi è responsabile di quello che è successo creando divisioni interne e annullando di fatto la classe dirigente – continua Pizzarotti – è evidente che non si può affrontare la crisi di Renzi e del dopo Renzi se non ripartendo con un progetto completamente nuovo che sia comprensibile ai cittadini e che sappia fare da argine contro la deriva lato destra e di quello che rimarrà del M5S dopo questo governo". Secondo Pizzarotti il Pd va superato anche perché anche se "si dovesse riformare non potrà mai riaggregare le forze uscite".
Quanto al ballottaggio a Imola, "il M5S ha vinto ma è evidente che in altre condizioni non avrebbe vinto: non è avvenuto per l’offerta programmatica, ma per demerito degli altri" dice Pizzarotti.
"A Imola c’è stato molto demerito del Pd – continua il sindaco di Parma – Manca, sindaco uscente, si è dimesso prima per andare in Parlamento ed è stata una scelta contestata dai cittadini e anche dal partito. Un candidato naturale non si è trovato, ci sono stati dissidi interni. Il centrosinistra è più in difficoltà in Toscana e in Emilia Romagna che in altri posti, c’era voglia di cambiamento ed è anche naturale dopo 60-70 anni in un momento come questo".
Il risultato di Imola non cambia il lavoro che ‘Italia in Comune’ sta facendo in vista delle regionali in Emilia Romagna l’anno prossimo: "Il 28 giugno sono a Ferrara a presentare ‘Italia in Comune’: io non sono candidato perché continuerò a fare il mio lavoro, ma sosterrò chi sceglieremo come candidato presidente o la logica che sceglieremo". Non è escluso il dialogo con altri: "Né di appoggiare un candidato, né che altri appoggino il nostro".
"NON SAREMO STAMPELLA" – "Noi, come ‘Italia in Comune’, cercheremo di approfittare del vuoto a sinistra-centro" prosegue Pizzarotti. "Noi, come attrattiva programmatica possibile verso i cittadini, ci piazziamo da Sel in giù verso il centro arrivando fino a parte di un elettorato moderato di Forza Italia – continua il primo cittadino – Possiamo avere una grande capacità di attrazione, non siamo la stampella di nessuno, vogliamo essere indipendenti che si confrontano con altri alla pari".
Riguardo al ruolo che potrà giocare nell’ottica di un centrosinistra unito, Pizzarotti non si sbilancia. "Il futuro lo scriveremo giorno per giorno, dipende da cosa succederà" sottolinea, spiegando che ora c’è un "magma sulla politica italiana", impossibile sapere "cosa sarà il M5S dopo il governo con la Lega o il Pd domani".
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!