La vicenda dell’apertura, a Reggio, del cosiddetto “sportello antirazzista” e le conseguenti polemiche seguite agli editoriali del direttore di 24Emilia Nicola Fangareggi sono finite anche in Parlamento.
Nella seduta della Camera di martedì 25 marzo, infatti, la deputata del Partito Democratico Ilenia Malavasi ha preso la parola in aula attaccando duramente 24Emilia e il suo direttore e parlando di “parole grevi, violente e gravissime”.
Questa la replica del direttore di 24Emilia Nicola Fangareggi: “La deputata Pd Ilenia Malavasi mi insulta in aula a Montecitorio. Ascoltate voi stessi. Sia chiaro, oggi e per sempre, a tutti; non temo le diffamazioni né le minacce, sono e rimarrò un giornalista libero e senza padroni o padrini politici, continuerò finché possibile a praticare l’indipendenza e soprattutto a essere in pace con la mia coscienza e nei confronti dei lettori in buona fede. I metodi del Pd reggiano negano il dissenso e tentano di reprimerlo, oggi si respira un vero clima stalinista in città. Ma viviamo in un paese democratico in cui esiste la libertà di espressione, Reggio non è un soviet, e alla fine la libertà di pensiero e di opinione vinceranno sempre. Grazie dell’attenzione. Abbiate il coraggio di dire la verità”.
Premesso che non ho empatia col Direttore, mi chiedo: tra Fangareggi che liberamente esprime le sue opinioni, condivisibili o meno, farneticanti o meno, e chi ricorre ad intimidazioni con querele temerarie (mi auguro che quanto ho udito non sia vero): chi è, qui, fascista?
Tra le migliaia di turchi in piazza per difendere la laicità dello Stato, tra le donne iraniane torturate, seviziate e imprigionate perchè sono soffocate da una teocrazia, e chi blatera di integrazione indossando un copricapo che denota una precisa appartenenza ad una religione non certo nota per liberalità, tolleranza e rispetto delle donne: chi è, qui, fascista?
Tra chi quotidianamente subisce molestie, aggressioni, insicurezza causati da un gruppo di delinquenti e sbandati e chi li giustifica e li ritiene bisognosi di coccole: chi è, qui, fascista?
Marisa, non si aspetti una risposta, le novelle paladine dell’antirazzismo creativo e i sedicenti mediatori culturali d’importazione i suoi quesiti non se li pongono neppure perché sanno che dovrebbero rinnegarsi o, se proprio proprio dovesse andare bene, smettere di cicalare.
L’importante è apparire, apparire, apparire
e con la solita trita didascalia
“integrazione (nostra), diritti (loro).
Gli spin doctor, che gli paghiamo noi, suggeriscono sempre la stessa strategia: visibilità. Prima o poi uno scranno in parlamento arriva.
I cattolici reggiani del Pd reggiano, e non solo, dovrebbero prendere una decisione seria e farsi sentire perchè il loro voto sia ascoltato. Se non lo fanno saranno sempre più emarginati e ininfluenti.
Veramente inconcepibile, tutta la macchina pidina al servizio di questa scelta, il declamato sportello antirazzismo, che non serve ad un beato nulla che però costa alla collettività, e grande, usuale, supporto ai celebrati “bravi amministratori” giovani. Non si sa, e non lo specificano, cosa abbiano trovato di gravissimo e greve nelle parole del Direttore se non forse specchiandosi nel loro timore di essere messi a nudo, il re è nudo disse il pargolo fra il sorriso degli astanti.
Istituissero allora anche uno sportello anti insulto ai reggiani o agli italiani; se non ci ricordiamo male i “maranzi” sputavano reggiani di m… e a Milano in piazza Duomo, come in tanti altri luoghi, italiani di m….o magari anche uno sportello antispacciatori, uno anti rottura dei finestrini, uno anti occupazione cantine in zona nord, uno anti pizzo ai parcheggi, uno anti molestie di gruppo alle donne, uno anti rotture agli uomini, uno anti questuanti molesti (che guadagnano il triplo di un metalmeccanico), uno anti sfaccendati a libro paga degli italiani, uno antimbrattatori di edifici, uno anti costrizione ai matrimoni combinati fra correligionari o parenti (sempre a danno delle donne), uno anti droga a cielo aperto, uno anti amministrazioni che buttano soldi in inutili pilomat, e, già che ci siamo, anche uno anti cane da “pisci@re”.
Insomma quali sono le emergenze più importanti fra tutte le fattispecie di cui sopra? E a cosa servirebbero sportelli a go go se esistono già le leggi in materia?
Quale criterio andrebbe usato per istituire “sportelli” e qual è la scaletta delle priorità?
Veramente deprimente, una città che usa loghi sconcertanti tipo città delle persone (esistono forse città senza persone? dove?) chepperò alle “persone” impedisce, con intimidazioni varie, di esprimere liberamente il proprio pensiero e dissenso.
Avanti tutta Direttore!!!!!!!!
Cosa altro serve dimostrare a Reggio Emilia per mandare a casa questi inetti mestieranti, alla prima tornata elettorale utile ?
Reggio Emilia SVEGLIA!!!!!!!!!!!