La minoranza all’interno del Partito democratico è agitata per l’elezione dei nuovi capigruppo del partito e in queste ore era salita la tentazione di una autoconvocazione dei sostenitori di Stefano Bonaccini. L’idea di due presidenti di gruppo scelti dalla maggioranza sta facendo saltare lo schema della gestione unitaria e le tensioni rischiano di mettere alla prova la stessa tenuta dell’area che ha sostenuto Bonaccini alle primarie.
Tanto che lo stesso presidente Pd ha deciso di convocare i parlamentari della sua area per sabato, per fissare la linea e mantere unita la minoranza. Una parte dei ‘bonacciniani’, assicurano fonti dell’area Schlein, sembra pronta a sostenere l’indicazione di Boccia e di Braga decisa dalla segretaria, ma altri, come quasi tutti gli appartenenti a Base riformista, chiedono allora di andare alla conta, contrapponendo alla candidata della maggioranza magari la stessa capogruppo uscente Debora Serracchiani.
Non manca, però, chi propone una soluzione intermedia: evitare di contrapporre un nome a quello della maggioranza, ma chiedere comunque un voto e non la semplice acclamazione, in modo da poter contare le schede e verificare la tenuta della linea della segretaria.
Stefano Bonaccini, raccontano, per ora resta un passo indietro: il presidente Pd vuole insistere a chiedere che un capogruppo venga assegnato alla minoranza e per il momento non si pronuncia sui nomi dei possibili candidati da contrapporre, né sull’opportunità di dare vita ad una conta.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]