“Noi abbiamo un’offerta diversa dai prodotti tipici”. Stefano Pessina – il nuovo manager a cui Sonae Sierra Italy, branca della multinazionale portoghese specializzata in centri commerciali che detiene l’80% del Mercato coperto si è affidato per rilanciare l’Eat&Meat di Reggio Emilia – sembra spegnere sul nascere le speranze di chi, grazie alla nuova guida, auspicava un cambio di passo rispetto a una proposta gastronomica – dai tacos ai burger – quasi fotocopia della galleria dei Petali (una catena, quella della pizza romana di Rom’antica, è addirittura presente in entrambi i centri commerciali). Giusto un paio di differenze: ai Petali almeno da Dispensa Emilia puoi mangiare gnocco fritto e tigelle, mentre le famigerate patatine al (presunto) sapore di organi genitale femminile e maschile che grazie a ODStore si possono trovare solo (per fortuna) al Mercato coperto…
Intervistato oggi da Francesca Chilloni su Carlino Reggio, il development manager di Sonae Sierra Italy chiamato a rilanciare Eat&Meet ha infatti risposto così alla domanda relativa alle critiche ricevute sull’assenza di tipicità: «Noi abbiamo un’offerta diversa, e andiamo ad integrare l’offerta già proposta dai negozianti della città. Crediamo molto in questo, abbiamo dialogato con la realtà reggiana e continuiamo a farlo. Sto programmando incontri con tutte realtà del territorio: devo conoscerle e far conoscere il progetto per poter essere efficace. Ho interlocuzioni in corso con le pubbliche amministrazioni, le associazioni di categoria, anche con le società sportive e gruppi come Uisp».
Per il resto, nell’intervista Pessina conferma che l’obiettivo di Mercato srl (di cui il restante 20% è in mano a Rei Consulting, società reggiana fondata da un gruppo di ex manager Coopsette tra cui l’ex sindaco di Campegine Daniele Menozzi che ne è ad) è raggiungere il milione di visitatori all’anno. Un target per ora lontano visto che dall’inaugurazione dello scorso 20 aprile lo stesso Pessina parla di appena 380mila presenze, un dato giudicato comunque “buono” avendo “passato i mesi peggiori che sono luglio ed agosto”. Presenze che però non si sa (o almeno non viene dato sapere) quanto fatturato abbiano generato: “Non è ancora stato quantificato, ma è in corso un’interlocuzione con le varie aziende che operano nella galleria”, risponde il manager che, negli ultimi 20 anni ha diretto 8 centri commerciali e ne aperti aperti 4.
Per provare a rilanciare l’Eat&Meet, si punta su nuove aperture (per altro già annunciate in aprile). Dopo che proprio pochi giorni fa ha debuttato Chiringuito – un cocktail bar che, a proposito di tipicità, “propone drink dai sapori fruttati e tropicali, ispirati a miscelazioni esotiche tipiche della cultura polinesiana, accompagnando il beverage con churros alla piastra” – entro fine anno dovrebbe toccare a un kebab gourmet (dobrebbe essere Mariù Pop), la libreria con spazio caffetteria (si era parlato di MA Mondadori Bookstore) e la famosa palestra h24 della catena Anytimes Fitness.
E sempre entro fine anno si saprà se forse l’unica verà novità del Mercato, l’Alta pasticceria di Iginio Massari, rimarrà oppure no, visto che l’incubo dei concorrenti di Masterchef aveva puntato su un pop-up store, garantendo l’apertura appunto solo fino al 31 dicembre.
Nel frattempo, anche sui social il Mercato coperto langue: dallo scorso aprile appena 630 follower e 599 mi piace sulla pagina Facebook contro gli oltre 54.000 dei Petali.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]