Il medico reggiano Euro Grassi è il nuovo presidente di Confcooperative Sanità Emilia-Romagna, la federazione regionale che riunisce oltre 30 cooperative di medici, farmacisti, professionisti socio-sanitari e mutue e che assomma 21.500 soci e oltre 700 addetti.
Medico di medicina generale di grande esperienza, specializzato in neurologia e medicina dello sport, Grassi è presidente della cooperativa Medicina Generale di Reggio, della quale è stato tra i fondatori nel 1996 e che oggi riunisce oltre 240 medici di medicina generale del territorio reggiano.
L’elezione di Grassi è avvenuta all’unanimità “ed è segno – ha sottolineato Confcooperative Reggio – del riconoscimento tanto delle competenze quanto della passione con le quali Grassi e i soci della cooperativa Medicina Generale mettono in campo abitualmente nelle cure primarie e che si sono moltiplicate nella fase pandemica che stiamo vivendo”.
Nella fase più acuta della pandemia, la scorsa primavera il dottor Grassi (che è anche componente del consiglio provinciale della centrale cooperativa reggiana) si è reso protagonista – insieme a diversi colleghi e in accordo con l’Ausl – di un progetto che ha portato all’apertura di ben 18 ambulatori Covid, che per Confcooperative “hanno svolto un ruolo essenziale tanto per migliaia di cittadini quanto a beneficio delle strutture ospedaliere sovraccariche sia nel pronto soccorso che nei reparti di terapia intensiva”.
Un’esperienza che è stata raccontata anche da uno speciale del Tg1, che ha raccolto le emozioni vissute dal medico e ha illustrato i numeri di un lavoro straordinario: 3.317 visite ambulatoriali in 18 Ambucovid, 425 visite domiciliari Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) con 18 équipe e 3.277 visite Usca in residenze sanitarie assistenziali con 6 équipe, effettuate da medici di medicina generale, continuità assistenziale e medici in formazione volontaria (medici di medicina generale, palliativisti, geriatri), per un totale di 239 medici mobilitati. Grazie a questo impegno, oltre 7mila persone hanno evitato il ricorso alle strutture di pronto soccorso e possibili ricoveri ospedalieri, con una contemporanea riduzione dei tempi di diagnosi, scesi da 6 a un giorno.
“La sanità emiliano-romagnola, complice anche la pandemia che ha accelerato alcuni processi, deve andare verso rapidi cambiamenti, con un ruolo maggiore e investimenti adeguati nelle cure primarie e nella sanità territoriale, così da evitare intasamenti nei pronto soccorso, nei ricoveri e nelle terapie intensive”, ha spiegato lo stesso Grassi.
“Sono convinto che la cooperazione socio-sanitaria possa ricoprire un ruolo da protagonista, proponendo un nuovo modello integrativo e sussidiario di assistenza ambulatoriale e domiciliare, rispondendo così agli enormi bisogni che tutti i giorni riscontriamo nelle nostre comunità. In particolare la cooperazione socio-sanitaria può contribuire a riportare la sanità più vicino ai cittadini, soprattutto ora che l’emergenza Covid-19 ha evidenziato quanto sia importante la diffusione dei servizi medico-ospedalieri nei territori ma soprattutto la comunicazione, con la necessità di reti informatiche tra ospedale e territorio, di piattaforme informatiche per la cronicità e lo sviluppo della televisita e della telemedicina”.
I medici di medicina generale, ha concluso Grassi, “devono necessariamente essere in rete con i pronto soccorso, i laboratori, gli ospedali, gli infermieri domiciliari e gli specialisti, e devono poter comunicare con i cittadini e avere strumenti che consentano di diagnosticare e trattare a casa le persone”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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