Forte della larghissima maggioranza incassata il giorno prima nel voto di fiducia al Senato (262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti), giovedì 18 febbraio il presidente del consiglio Mario Draghi si è presentato alla Camera per ottenere la fiducia anche nell’altro ramo del Parlamento. Al termine di una giornata trascorsa tra la discussione generale, la replica dello stesso premier e le dichiarazioni di voto finali, anche la Camera ha votato la fiducia all’esecutivo dell’ex numero uno della Bce, che entra dunque ufficialmente in carica: 535 i voti a favore, 56 quelli contrari e cinque gli astenuti.
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Dopo aver ascoltato il dibattito generale in aula, senza ripetere il discorso pronunciato 24 ore prima a palazzo Madama, nel tardo pomeriggio di giovedì il premier ha preso la parola per una replica durata 13 minuti.
Nel medio periodo, ha detto Draghi, per la ripartenza dell’Italia il tema delle piccole e medie imprese “comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva”. I punti fondamentali: sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e consulenza per la quotazione delle pmi.
“Dobbiamo estendere il piano di Industria 4.0 per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e sostenibilità ambientale”, ha proseguito Draghi, secondo il quale “un Paese capace di attrarre investitori deve difendersi dai fenomeni corruttivi. Questi portano a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza”.
“Non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus”, ha detto Draghi in un altro passaggio del suo intervento. Sul tema della giustizia, il premier ha detto che il governo si impegna a “migliorare la giustizia civile e penale”, sottolineando la necessità di “un processo giusto e di durata ragionevole in linea con la durata degli altri Paesi europei”.
“Il fatto che non abbia detto nulla ieri” sul tema dello sport, ha aggiunto il presidente del consiglio, “non significa che non sia meno importante. È un mondo profondamente radicato nella nostra società e nell’immaginario collettivo, fortemente colpito dalla pandemia. Questo governo si impegna a preservare e sostenere sistema il sportivo italiano tenendo conto della sua peculiare struttura e dei molteplici aspetti che lo caratterizzano, non solo in relazione all’impatto economico, agli investimenti e ai posti di lavoro, ma anche per il suo straordinario valore sociale, educativo, formativo, salutistico”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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