È un vero e proprio segnale di allarme quello emerso dall’iniziativa “Con l’azzardo non si gioca”, la presentazione della seconda indagine regionale sul gioco d’azzardo promossa da Cgil, Federconsumatori e Auser Emilia-Romagna. Una preoccupazione data dai numeri – in continuo ed esponenziale aumento anche nella nostra regione – e dalle pesanti ricadute in termini sanitari, economici e sociali della dipendenza dal gioco d’azzardo, sempre più diffusa e trasversale.
Ma non è solo l’azzardo patologico a preoccupare: è noto, infatti, il frequente intreccio di questi giochi con la criminalità organizzata, che spesso li utilizza per riciclare denaro frutto di altre attività illecite.
La raccolta dell’azzardo in Emilia-Romagna ha raggiunto nel 2023 i 9,5 miliardi di euro, con una crescita del 6,9% rispetto all’anno precedente – e si stima che nel 2024 il dato possa arrivare a superare i 10 miliardi. Le perdite, per i giocatori, sono state pari a 1,53 miliardi. Il peso dell’azzardo ricade in modo sproporzionato sulle spalle di persone già soggette a diseguaglianze, e contribuisce alla crescita dell’area della povertà e dell’esclusione sociale.
Tra il 2019 e il 2023 in Emilia-Romagna la raccolta nell’online è triplicata; prevale ancora, per poco, il gioco fisico sull’online, ma il sorpasso è considerato ormai vicino. Il rapporto si sofferma sulle molte anomalie nei numeri del gioco online: enormi crescite e grandi differenze tra comuni simili sono segnali di possibile riciclaggio, tramite appunto il gioco online, di capitali malavitosi o provenienti dall’economia irregolare, come sostenuto da più parti.
Per quanto riguarda il gioco c’è un “cuore nero”, al centro della regione, formato dai comuni bolognesi di Zola Predosa, Calderara di Reno e, più distante, Valsamoggia. In particolare, Zola non solo è prima in regione nella classifica dell’online, con 7.837 euro pro capite nella fascia 18-74 anni, ma è terza a livello nazionale tra i Comuni con più di 10.000 abitanti. L’altra forte anomalia è relativa a Calderara, che cresce ancora, raggiungendo i 5.512 euro pro capite: sesto posto a livello nazionale. Ma sono molti i comuni bolognesi con dati critici, a partire dal capoluogo, dove l’azzardo “pesa” ormai un miliardo di euro. Bologna stessa è prima tra i capoluoghi, in Emilia-Romagna, per la mole di gioco online.
Assieme alla città metropolitana felsinea, sono due le province dentro quella che viene definita nel rapporto “una crisi acuta da azzardo”: Modena e Reggio. Territori che hanno in comune un distretto composto da Sassuolo, Formigine, Scandiano e Casalgrande, dove una rete ipertrofica di gioco d’azzardo fisico determina numeri molto elevati, con numeri importanti anche nell’online. Nel modenese, in particolare, sono stati registrati dati rilevanti per quanto riguarda il gioco fisico nelle città di Modena e di Carpi, con il caso Pievepelago che evidenza numeri sorprendenti nell’online. Un canale, quest’ultimo, dove è forte la crescita nel gioco in molti comuni reggiani, mentre per quel che riguarda il gioco “offline” Reggiolo è la piccola Las Vegas della provincia emiliana.
Stessa qualifica, in provincia di Piacenza, per Castelvetro, mentre Piacenza è la città dell’Emilia-Romagna con i numeri complessivi peggiori. La provincia di Parma ha fatto segnare numeri pesanti in alcuni territori comunali come Fontevivo, Torrile, Fornovo, Calestano e Colorno. Sono nel Ferrarese, invece, i numeri più contenuti della regione, a tutti i livelli, anche se si segnala comunque una forte crescita in molte realtà – come a Cento, per esempio, dove nel 2023 sono stati spesi in gioco d’azzardo online 15 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.
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