Sempre di più in questi sei mesi abbiamo assistito al fenomeno del paradosso, un’autentica farsa di benpensanti, politicanti e “medicanti”, come li definiva il Boccaccio quando descriveva il contagio della pesta nera: “[…] la ignoranza de’ medicanti (de’ quali, oltre al numero degli scienziati, così di femmine come d’uomini senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissimo) non conoscesse da che si movesse”.
Esattamente la medesima situazione l’abbiamo vissuta noi all’inizio del terzo millennio: non solo benpensanti e politicanti, ma addirittura gli stessi medici sono diventati medicanti. Stiamo assistendo al peggior periodo storico della nostra società, caratterizzata da un’ipertrofia dell’antipolitica e del comportamento antisociale.
Abbiamo sempre saputo che la medicina non è una scienza matematica, ma per l’epidemiologia – che è una branca trasversale della medicina che si occupa della distribuzione delle malattie, non nel singolo individuo ma nella collettività – la matematica è molto importante, così come la statistica. I dati epidemiologici sono indispensabili per poter attuare quella che si chiama prevenzione e, nel caso del Covid-19 (come per tutte le malattie contagiose), per poter attuare la prevenzione primaria, ossia impedire che le persone possano venire a contatto con l’agente infettante e ammalarsi o diventare portatori sani.
Le misure attuate per misurare la frequenza della malattia sono di fatto due:
1) la prevalenza, che ci indica il numero dei casi positivi al Covid in un dato momento;
2) l’incidenza, che ci indica il numero di nuovi eventi in un certo lasso di tempo (un giorno, una settimana, un mese, etc.).
Entrambi questi dati sono direttamente correlati a una serie di variabili (persone con sintomi, persone venute a contatto con positivi, migranti, anziani, bambini, zona geografica e soprattutto numero dei campioni effettuati). Ecco perché siamo di fronte a un inganno dei numeri: il bollettino Covid giornaliero è una farsa se non vengono standardizzate tutte le variabili di cui sopra.
Sapere che ieri ci sono stati 629 nuovi casi positivi e oggi solo 479 potrebbe rassicurare, se non si dice che sono stati fatti 20mila tamponi in meno. Ma se non ci forniscono i dati del numero dei tamponi, e soprattutto dove e a chi sono stati fatti, questi numeri espressi in senso assoluto hanno una valore nullo, epidemiologicamente parlando.
Avrebbero un valore rappresentativo più attendibile se l’incidenza (ossia il numero di nuovi positivi giornalieri) fosse espressa in percentuale sul numero di tamponi effettuati rispetto al valore assoluto. L’incidenza può essere vista come un modo per misurare la velocità di transizione da uno stato di salute a uno stato di malattia di una popolazione: rappresenta quindi la variazione di una quantità (nuovi ammalati) rispetto alla variazione di un’altra quantità (tempo), è una misura dinamica e costituisce il tasso di incidenza, espressa sempre in percentuale e non come valore assoluto, ed esprime la velocità con cui può comparire la malattia o la positività.
Non dimentichiamo, infine, il meccanismo mentale che ci impedisce di valutare in maniera corretta l’interpretazione dei numeri e può portare a una crescita esponenziale dei numeri in maniera drammatica. Un bellissimo articolo uscito su un quotidiano nazionale parla proprio dell’errore matematico “fatale”, che non fa capire il contagio del nuovo coronavirus e spiega il meccanismo mentale (exponential growth bias) che ci impedisce di valutare in maniera corretta la crescita esponenziale, che può portare al raddoppio dei casi ogni 3-4 giorni.
Ad esempio: il 13 agosto abbiamo avuto 523 nuovi casi, il giorno successivo 574 nuovi casi, a Ferragosto 629 nuovi casi e il 16 agosto “solo” 479 nuovi casi. La nostra mente è concentrata solo sull’ultimo numero, quindi su un apparente calo, ma non sul totale dei quattro giorni: alla mezzanotte tra il 16 e il 17 agosto avevamo complessivamente 2.205 nuovi positivi, esattamente il quadruplo di quelli riscontrati il 13 agosto.
Poi ovviamente con il tempo ci saranno i guariti e i morti che influenzeranno i dati, ma questo è molto più complesso. Che confusione…
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]