Lo stato dell’arte è questo: 33 palazzi in ‘catalogo’, 16 restauri già conclusi in pochi mesi, 10 in corso, sette ai blocchi di partenza. Così Reggio Emilia, nel sui centro storico, ritrova il volto antico, di garbata bellezza e sorvegliata dignità tutta emiliana, a metà strada tra rigore lombardo e vivacità toscana.
Dei 33 edifici selezionati nel 2018 attraverso il Bando per la riqualificazione di facciate promosso dal Comune di Reggio Emilia nell’ambito del Piano strategico di valorizzazione del centro storico, con un volume di contributi complessivi pari a 300mila euro, 26 vedono realizzata o in fase di completamento la loro riqualificazione.
Complessivamente i 33 interventi finanziati (con contributo massimo pari al 30% del costo sostenuto dai privati) consentiranno di riqualificare alla fine oltre 13.000 metri quadrati di facciate prospicienti la pubblica via o piazza, generando un investimento privato complessivo pari a oltre 1,3 milioni di euro.
Gli edifici, seppur privati, sono spesso di interesse storico-architettonico e di pubblico interesse poiché affaccianti su pubblica via e in quanto tali in grado di incidere sulla qualità urbana della città.
Nel periodo estivo, è stato facile incappare in un ‘fiorire’ di impalcature appoggiate alle facciate di cui si stavano recuperando o risistemando intonaci, cornici delle finestre, persiane, oggi è sempre più facile che saltino agli occhi i risultati, nelle piazze, nelle strade principali, in vie secondarie. Una valorizzazione che migliora il decoro urbano, rende più serena e civile la convivenza, realizzata con investimenti privati stimolati dal contributo messo in campo dal Comune: la sinergia pubblico-privato che continua a produrre risultati importanti.
PUBBLICO E PRIVATO PER COLLABORARE E REALIZZARE – “E’ un risultato importante che testimonia il modo di lavorare della nostra città – dice il sindaco Luca Vecchi – Ovvero: la collaborazione fra cittadini e Amministrazione che genera qualità urbana e valorizzazione del centro storico, partendo da innovazione e recupero della memoria collettiva, dato che tanti di questi edifici hanno un rilievo nella storia non solo di Reggio Emilia. Non trascurabile, inoltre, la ricaduta sul piano economico. La nostra proposta ha intercettato la disponibilità dei privati e innescato una nuova integrazione fra pubblico e privato, in un quadro di riqualificazione di interesse pubblico. Il nostro centro storico vive da un decennio un’evoluzione virtuosa sotto vari profili, compresi quelli della riqualificazione edilizia privata e della residenzialità, che appartiene a quel processo di rilancio del centro, non immediato trattandosi di un organismo delicato e complesso, che si sta attuando, come possiamo constatare, con la fattiva collaborazione di tanti”.
“La qualità urbana è un nostro obiettivo prioritario e costituisce l’interesse pubblico dell’azione sulle facciate – spiega l’assessore alla Rigenerazione urbana, Alex Pratissoli – E raggiungere il recupero di 13.000 metri quadrati di facciate costituisce un buon contributo alla qualità urbana. L’insieme delle misure, messe in campo negli ultimi anni sul tema della rigenerazione e della valorizzazione del centro storico anche attraverso la riqualificazione di beni pubblici e immobili privati, ha permesso di registrare numeri importanti: negli ultimi quattro anni si sono conclusi nel solo centro storico di Reggio Emilia circa 900 cantieri per la riqualificazione di immobili privati e il 40% degli interventi è stato di ristrutturazione complessiva dell’immobile, e parliamo di immobili spesso di considerevoli dimensioni. Riqualificare significa spesso dotare di senso e funzioni gli immobili e riabitare i luoghi, gli spazi pubblici e privati. La partnership pubblico-provato, forte su altri ‘capitoli’ del centro storico, sul tema delle facciate ha dato esiti molto buoni”.
LA MAPPA – I diversi punti di intervento sulle facciate, in relazione alle riqualificazioni degli spazi pubblici di prossima realizzazione in centro storico, si possono suddividere in tre ambiti:
– corso Garibaldi, con edifici religiosi e civili di pregio, lungo il quale è previsto fra l’altro l’intervento su palazzo Rangone, chiesa del Cristo e palazzo Spalletti, che genererà il recupero di una cortina edilizia storica in sequenza continua, in affaccio sulla piazza del Cristo di prossima riqualificazione pubblica;
– piazze San Prospero e Fontanesi, via Toschi e tratto centrale della Via Emilia: l’ambito più centrale della città antica;
– l’asse di via Roma, a nord del Centro storico.
PALAZZO PER PALAZZO, FACCIATA PER FACCIATA – Di seguito lo stato dell’arte, palazzo per palazzo e una descrizione dettagliata degli oggetti di intervento.
I 16 interventi conclusi:
Palazzo Linari – via Naborre Campanini 1
Palazzo Spalletti – via Ludovico Ariosto 2
via Cantarana 13
via Macari 5
Palazzo Maria Melato – via Roma 39
Palazzo Cosselli – corso Garibaldi 7
Palazzo Guidotti (Camera del Lavoro) – via Roma 53
Edificio di via Roma 33
Oratorio di San Giovannino Evangelista – piazza San Giovanni
Edificio di via San Giuseppe5
Palazzo di via Emilia San Pietro 26
Edificio di corso Garibaldi 32
Immobile di via Guido da Castello 6
Palazzo di piazza Minghetti 2
Palazzo di via Emilia Santo Stefano 24
Palazzo Calvi di Coenzo – via Toschi 17
I 10 interventi in corso:
Palazzo tra piazza San Prospero e via Toschi 10
Palazzo di via Crispi 4 e 6
Galleria Cavour 7 e 9
Edificio di via Emilia San Pietro 13 e 15
Chiesa del Cristo – via Ludovico Ariosto-piazza Roversi
Palazzo di piazza San Prospero 2
Edificio di via Palazzolo 4
Palazzo di via Vittorio Veneto 4
Edificio di via Ferrari Bonini 9
Immobile di via Resti 4
I 7 interventi da iniziare:
Palazzo di via Campo Marzio 1
Palazzo Omozzoli Parisetti – via Toschi 24
Chiesa di Sant’Agostino – via Reverberi 3
Edificio di via Resti 7
Palazzo Vescovile – via Vittorio Veneto 6
Edificio di piazza Scapinelli 5
Palazzo Rangone – corso Garibaldi 1 e 3
EDIFICI CELEBRI E AZIONE DIFFUSA – Come emerge dall’elenco, è un’azione di riqualificazione urbana diffusa.
Vi sono infatti alcuni immobili di grande valenza storica e architettonica o edifici più semplici in cui si è fatta la grande storia, compresa quella della Musica e del Teatro. E’ il caso di corso Garibaldi 32, che vide nascere e provare, nell’appartamento Borciani, il celebre Quartetto Italiano, fra i più grandi di ogni tempo, come ricorda una targa apposta dal Comune e dai Teatri, ben visibile sulla facciata; e di palazzo Maria Melato in via Roma.
Vi sono poi il palazzo Vescovile, alcuni stabili che si affacciano lungo il corso Garibaldi e via Ariosto – palazzo Cosselli, palazzo Rangone, palazzo Spalletti e la barocca e scenografica chiesa del Cristo – la cui riqualificazione si contestualizza con le opere di riqualificazione e valorizzazione finanziate dal ministero dei Beni e delle Attività culturali-Turismo (Mibact) per le piazze Gioberti e Roversi (del Cristo) e della stessa via Ariosto, con il progetto ‘Ducato Estense – Passeggiata settecentesca’.
Altri edifici più appartati ma non meno significativi quale l’antica dimora natale di Malaguzzi madre di Ludovico Ariosto tra via Palazzolo e vicolo delle Rose, inoltre palazzo Omozzoli Parisetti e palazzo Calvi di Coenzo in via Toschi; palazzo Guidotti, sede della Camera del Lavoro in via Roma.
Ancora: edifici in piazza della Vittoria e piazza San Prospero, sei edifici posti sulla Via Emilia tra San Pietro e Santo Stefano fra cui l’antico palazzo Linari di via Emilia Santo Stefano, due edifici presso piazza Fontanesi all’angolo rispettivamente con via San Carlo e via Campo Marzio, tre edifici in via Roma tra cui palazzo Guidotti, sede della Camera del Lavoro, e palazzo Maria Melato; la chiesa di San Giovanni Evangelista, nota come chiesa di San Giovannino (all’interno bellissimi affreschi e quadri di maestri del Seicento e un quattrocentesco Mortorio di Cristo in terracotta policroma, pregevole opera di Guido Mazzoni).
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]