Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha annunciato una manifestazione pubblica – in programma il prossimo 9 marzo a Bologna – per chiedere al governo di sbloccare le grandi infrastrutture in Emilia-Romagna, tra le quali in particolare il Passante di Bologna, la “bretella” Campogalliano-Sassuolo e l’autostrada Cispadana.
Alla manifestazione sono stati invitati anche i rappresentanti dell’esecutivo gialloverde, in primis il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli.
“Ognuna delle organizzazioni – ha spiegato Bonaccini – farà le proprie scelte per come mobilitarsi autonomamente, però abbiamo deciso insieme al sindaco di Bologna Merola e agli altri presidenti di provincia dei territori coinvolti (Modena e Reggio) di convocare una manifestazione per far sentire la voce dei territori, dei sindacati, e quindi del mondo del lavoro, e delle imprese, dalle artigiane a quelle dell’industria. Perché tutti noi condividiamo sia una grande preoccupazione per quanto sta accadendo, sia un obiettivo fondamentale: che l’Emilia-Romagna non venga fermata”.
“Chiediamo quindi – ha aggiunto il governatore dell’Emilia-Romagna – che il governo inizi a dare risposte vere e concrete e che permetta la realizzazione di opere il cui iter autorizzativo è stato completato, per le quali sono stanziate le risorse necessarie e indispensabili per la competitività del nostro sistema produttivo e turistico”.
All’incontro di venerdì 15 febbraio, convocato a Bologna nella sala della giunta regionale, erano presenti amministratori locali, sindacati e categorie economiche: l’assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture Raffaele Donini, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna e i rappresentanti delle organizzazioni economiche e d’impresa regionali, tra cui Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Coldiretti, Cia, Confcooperative e Legacoop.
“Qui ci sono 2,5 miliardi di euro di opere che si vanno a bloccare – ha sottolineato Bonaccini – e ci troviamo di fronte a un interlocutore che sta smantellando gli accordi chiusi. Lo diciamo con amarezza, perché questo governo dovrebbe rappresentare anche noi e le richieste di una intera comunità. Viceversa dobbiamo apprendere dai giornali le decisioni prese, sempre dei no o dei rinvii, senza consultarci, calpestando qualsiasi collaborazione istituzionale. In questi anni abbiamo sbloccato tutte le opere che erano ferme, condiviso le decisioni insieme alle parti sociali nel Patto per il Lavoro; ora vogliamo andare avanti, per continuare a crescere, per creare buona e stabile occupazione e mettere le nostre imprese e i nostri territori di competere sui mercati internazionali”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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