Mercoledì 25 gennaio alle 18.30 nella Sala del Capitano dell’hotel Posta di Reggio sarà presentato l’ultimo libro di Claudio Martelli “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone” (La nave di Teseo, 2022), alla presenza dell’autore. L’appuntamento è a ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili: è consigliabile presentarsi con un congruo anticipo, in considerazione della forte affluenza prevista.
A presentare e a introdurre l’incontro sarà Claudio Guidetti, presidente dell’associazione C.RE.A. Liberamente di Reggio. Martelli sarà intervistato da Nicola Fangareggi, direttore di 24Emilia: un’occasione per parlare, oltre che del libro, anche della recente cattura del superboss mafioso e capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, che era latitante da ben 30 anni.
“Prima di saltare in aria a Capaci con la moglie e la scorta – ha sottolineato Fangareggi – il giudice Giovanni Falcone, il magistrato più celebre del mondo per meriti acquisiti nella lotta a Cosa Nostra, era stato isolato, criticato, attaccato: dalla magistratura infedele, da vaste parti della politica, da giornali e media. Claudio Martelli, ministro di Grazia e Giustizia, ebbe il merito di chiamarlo a Roma per dirigere gli affari penali a via Arenula. Insieme inventarono la Dia e la Dda, strumenti giudiziari tuttora in funzione. La collaborazione si interruppe quando Cosa Nostra, con 500 kg di tritolo, fece saltare in aria un pezzo di autostrada a Capaci ammazzando Falcone, la moglie e tre uomini della scorta”.
“Falcone era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della giustizia – ha ricordato Martelli – lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli affari penali. Insieme abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone e poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Sono passati trent’anni, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti”.
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