Ancora non si sa se, quando e come si esibirà, ma a Reggio c’è già chi non lo vuole. Contro la tuttora fantomatica esibizione di Kanye West alla Rcf Arena Campovolo, il rapper americano accusato di filonazismo, antisemitismo e misoginia, oggi si sono espressi senza giri di parole Anpi e Istituto Cervi. Intervistati dalla Gazzetta di Reggio, tanto Ermete Fiaccadori quanto Albertina Soliani, presidenti dell’associazione partigiani e di Casa Cervi, hanno definito quanto mai sgradita l’eventualità che Ye si possa esibire nella città del Tricolore, Medaglia d’oro della Resistenza.
«Le idee politiche di questo artista sono inaccettabili. Mi auguro che, in caso di effettivo concerto, la città di Reggio Emilia prenda posizione. L’Arena è bella grande e c’è posto per tutti: visto che si deve cantare, un Bella Ciao collettivo sarebbe la risposta migliore – ha detto Albertina Soliani, che è anche vicepresidente nazionale Anpi – West ha affermato cose inumane, con quello che succede ogni giorno nel mondo non possiamo accettare che siano fatti passare certi concetti. Noi siamo impegnati tutti i giorni a trasmettere certi valori, che sono quelli della libertà e della democrazia, e poi ripartiamo da capo? Che se ne stia a casa sua, Reggio Emilia ha sempre apprezzato chi lotta per determinati principi, a tutte le latitudini del mondo. Questa città sta dalla parte degli oppressi e non di chi esalta l’odio». ,
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Anpi, Ermete Fiaccadori: «Prima di tutto mi auguro che questo concerto non si faccia – ha detto alla Gazzetta – Questo artista ha un seguito molto numeroso nei giovani e porta un messaggio inquietante. Rimango esterrefatto di come non riesca a comprendere quello che dice trasmettendo così un madornale equivoco di ciò che è stato Hitler nel corso della storia. Piena libertà artistica, ma non si può stravolgere gli eventi come fa Kanye West di cui tra l’altro leggo altri aspetti sconvolgenti. La nostra condanna è totale e siamo molto preoccupati per i messaggi che possono passare: io non voglio parlare di censura perché siamo a favore della libertà, ma bisogna capire cosa significa al giorno d’oggi liberalizzare concetti fuorvianti. Reggio ha una sua storia ben definita, troppe persone hanno perso la vita per combattere le idee hitleriane e ci sono stati eccidi come quello di Cervarolo. In caso di conferma del concerto mi attiverò per un dialogo con gli organizzatori perché per il futuro bisogna essere consapevoli di ciò che si fa. La presenza di questo soggetto a Reggio Emilia non deve preoccupare solo l’Anpi, quanto l’intera città».
Il 24 luglio (davvero) arrivano i Rammstein
La nota ufficiale della società C.Volo. “Con questo grande concerto, che ha subito suscitato grande entusiasmo in tanti appassionati, Reggio Emilia si prepara a diventare una capitale del rock, e del metal in particolare”.
Così la società C.Volo commenta l’annuncio della data della band tedesca per la prossima estate: una band che nei suoi concerti italiani ha sempre dimostrato di poter contare su un numero di fan molto ampio.
“Reggio Emilia e il metal sono tra l’altro un connubio che ha radici importanti – prosegue la nota della società – basta citare il grande concerto Monsters of Rock del 1992 che, proprio nell’area del Campovolo, portò ad esibirsi in città band quali Iron Maiden, Black Sabbath, Pantera e altre. La Rcf Arena, e nel suo complesso l’Arena Eventi Reggio Emilia sono pronte a sostenere questa grande onda musicale: l’annuncio del concerto dei Rammstein apre di fatto la programmazione per la prossima estate nella grande venue, ormai tra le più importanti in Europa a poco più di un anno dalla sua inaugurazione. E le sorprese sono solo all’inizio”.
Passando ai concerti…certi (i biglietti saranno in vendita su ticketone dal 18 ottobre, dal 16 per gli iscritti a LIFAD, il fan club ufficiale della band), dopo il successo allo Stadio Olimpico di Torino nel 2022 e allo Stadio Euganeo di Padova nei mesi scorsi, i Rammstein, band metallara tedesca, torneranno in Italia domenica 21 luglio 2024 alla RCF Arena Campovolo di Reggio Emilia. Sarà l’unica data italiana del loro tour europeo 2024 che si aprirà l’11 maggio all’aeropoto Letňany di Praga per chiudersi a fine luglio con una due giorni alla Veltins-Arena di Gelsenkirchen.
Curiosamente, è stato lo stesso sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi a dare la notizia – praticamente in simultanea con radiofreccia.it – con un post sulla sua pagina Fb: “Annunciato oggi il primo nome internazionale per la stagione 2024 della RCF Arena Campovolo. Il 21 luglio arrivano i Rammstein a Reggio Emilia per l’unica data italiana del loro tour”.
Anche la band metallara tedesca, invero, ha un passato abbastanza turbolento. Nel 2019 – per il video di Deutschland – Till Lindemann e soci avevano infatti indossato i panni degli ebrei deportati nei lager, facendosi riprendere schierati su una forca, con il cappio al collo, in attesa dell’impiccagione, mentre a un gerarca nazista vengono lustrati gli stivali.
A causa del video la band berlinese – che già prende il nome da una tragedia, quella nella base aerea Nato di Ramstein, dove nell’88 una terribile collisione durante una esibizione delle nostre Frecce Tricolori provocò 67 morti e 346 feriti – era finita nell’occhio del ciclone in particolare nella stessa Germania, dove la sensibilità verso l’olacausto e gli orrori del nazismo è particolarmente elevata. “Chi utilizza l’Olocausto per motivi di marketing agisce in modo spregevole e immorale – aveva dichiarato il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Josef Schuster – E se i Rammstein dovessero trarre profitti dall’Olocausto grazie al loro video, di fatto insulterebbero le milioni di persone che durante la Shoah hanno sofferto in modo indicibile e sono state assassinate nel modo più crudele”.
Anche l’incaricato per l’antisemitismo del governo tedesco, Felix Klein, era intervenuto affermando alla Bild Zeitung che “se il video è stato realizzato solo per provocare e per motivi commerciali, per scandalizzare e cercare di attrarre così l’attenzione, allora viene superata una linea rossa”, mentre il direttore della Fondazione dei memoriali della Baviera, Karl Freller, aveva suggerito alla band di visitare il campo di concentramento di Dachau: “Non voglio dare un giudizio definitivo. Ma la sofferenza e la dimensione disumana dell’olocausto non permettono il suo utilizzo per motivi pubblicitari allo scopo di far conoscere prodotti di qualsivoglia tipo. In questo caso, a quanto pare, un disco”.
“Il gruppo ha oltrepassato ogni limite con questo video – gli aveva fatto eco Charlotte Knobloch, ex presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei e figura di spicco della comunità ebraica tedesca – Il modo in cui i Rammstein trasformano la sofferenza e l’assassinio di milioni di persone per divertimento è frivolo e abietto”.
Fondato nel 1994, il gruppo di lingua tedesca più famoso al mondo è conosciuto per le sue spettacolari rappresentazioni sceniche in cui vengono impiegati una quantità di fuochi d’artificio e giochi pirotecnici, ma anche per il gusto per la provocazione che fin dal 1998 (quando in un altro video erano state utilizzate le immagini di un film di propaganda nazista, “Olympia”, della regista Leni Riefenstahlin) aveva fatto guadagnare alla band accuse di vicinanza all’ideologia nazista, tesi che i musicisti hanno però sempre fermamente negato.
Cadute le accuse su sesso e droga
Più recenti, risalgono infatti a quest’anno, le accuse contro Till Lindemann, cantante dei Rammstein, su presunti festini a base di alcol, droga e altrettanto presunti abusi sessuali al termine dei concerti. Le accuse sollevate a maggio da alcune donne non sono infatti state nemmeno indagate dalla polizia lituana a Vilnius (dove una fan aveva raccontato di essersi risvegliata piena di lividi dopo una notte, di cui non ricordava nulla, passata con Lindemann), mentre la Procura di Berlino già lo scorso 29 agosto ha dichiarato di aver archiviato l’indagine per mancanza di prove. “Non è stato possibile dimostrare le accuse, né è stato possibile farsi un’idea della credibilità delle presunte persone lese e della credibilità delle loro dichiarazioni durante l’interrogatorio”, aveva detto Sebastian Büchner, portavoce del pubblico ministero.
“Ringrazio tutti coloro che hanno aspettato in modo imparziale la fine delle indagini” aveva commentato con una storia su Instagram lo stesso Till Lindemann.
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sto contando i minuti che passano prima che qualche benpensante di casa nostra, molto poco informato ma assai saccente, dica/scriva/posti sui social che i Rammstein hanno simpatie naziste….
i Rammstein hanno simpatie naziste
Se ANPI e casa cervi hanno paura di Kanye West siamo messi molto male, parecchio male.