Il progetto di riqualificazione dei chiostri di San Pietro di Reggio sarà al centro di un progetto di studio di peer learning che nell’ultima settimana di giugno coinvolgerà 25 soggetti – tra urbanisti, architetti, operatori culturali e innovatori sociali – provenienti da Bulgaria, Francia, Polonia, Grecia, Irlanda, Belgio, Spagna, Svezia, Germania, Cipro, Slovenia e Regno Unito.
Il recupero dello spazio monumentale all’interno del centro storico reggiano è stato infatti selezionato tra le migliori trenta buone pratiche nell’ambito del bando europeo “Cultural Heritage in Action”, che premia le esperienze più innovative di valorizzazione e protezione del patrimonio culturale: quelle che hanno avuto impatto e risultati riscontrabili, con caratteristiche di replicabilità e particolare attenzione ai temi di governance partecipativa e qualità degli interventi.
Per questo, a partire dal 21 giugno e per tutta la settimana, 21 delegati di vari paesi europei incontreranno (seppur virutalmente, in modalità online) i protagonisti del restauro, della riqualificazione funzionale e della nuova vita dello splendido complesso benedettino di via Emilia San Pietro. L’obiettivo è quello di analizzare il caso dei chiostri di San Pietro come best practice da approfondire e a cui ispirarsi per replicare in altri contesti un analogo progetto di recupero di spazi collettivi.
I partecipanti avranno la possibilità di conoscere, oltre al progetto, anche il contesto in cui è stato realizzato, di comprenderne il modello di business e la cooperazione con la comunità locale e gli altri attori del progetto. A illustrare i diversi aspetti saranno il sindaco di Reggio Luca Vecchi, gli assessori comunali Lanfranco De Franco (partecipazione e patrimonio) e Annalisa Rabitti (cultura e marketing territoriale), il dirigente dell’area progetti speciali del Comune di Reggio Massimo Magnani e Andrea Zamboni dello studio Zamboni Associati Architettura. Interverranno inoltre anche gli attuali gestori degli spazi: Davide Zanichelli per la parte monumentale dei chiostri, Antonietta Serri per il Laboratorio Aperto e Paola Cavazzoni per lo spazio ristoro.
“Questo momento di confronto con i partner europei testimonia l’importanza del progetto di recupero funzionale dell’edificio storico, che ha consentito di restituire alla fruizione pubblica uno dei monumenti architettonici più belli e interessanti della nostra città”, ha spiegato l’assessore De Franco: “Questo spazio, oltre a rappresentare un’attrattiva interessante dal punto di vista dello sviluppo turistico, è luogo e sede di progetti di innovazione sociale e di partecipazione civica a disposizione di imprese, pubbliche amministrazioni, mondo della ricerca, associazioni e singoli cittadini”.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]