Claudio Guidetti, 58 anni, di Reggio, originario Albinea, è un imprenditore di successo nel settore alimentare. Sin da giovane la passione per la politica: proveniente da una famiglia di sinistra, di orientamento socialista, ha respirato l’aria di partito. Negli anni Novanta è stato consigliere di circoscrizione, poi consigliere comunale ad Albinea e infine in Sala del tricolore e in Consiglio provinciale a Palazzo Allende, a Reggio Emilia. Un passato da socialista, entra poi in Forza Italia, dalla quale uscirà in dissenso nel 2009, lasciando anche la politica attiva.
Per molti anni le sue energie restano concentrate sul mondo del lavoro e sulla sua azienda. Poi il ritorno all’impegno civile e sociale, oggi è presidente dell’associazione Crea Liberamente che, come chiarisce lui stesso: “Non vuole sostituirsi ai partiti e non può per statuto partecipare a competizioni elettorali”.
Resta il fatto, che dopo l’iniziativa sulla giustizia e la figura di Giovanni Falcone, ricordata a Reggio dall’ex ministro Claudio Martelli, Crea Liberamente torna a far parlare di sé proponendo una nuova serata di riflessione con relatori altrettanto autorevoli. L’appuntamento è per giovedì 20 aprile (ore 21, ingresso libero) all’hotel Astoria-Mercure con “Perché in Italia si muore sul lavoro”.
Guidetti, in Italia si muore sul lavoro, ma anche il lavoro muore, nel senso che ce n’è sempre meno…
“E’ tutto vero. Noi ci rifacciamo alla nostra Costituzione: il lavoro è un diritto, come dev’essere un diritto non morire o farsi male sul posto di lavoro”.
Lei ha alle spalle un impegno in politica, ma soprattutto un presente di imprenditore di successo con le sue aziende.
“Non sono certo partito da imprenditore. Da giovane ho aiutato mio padre nella piccola ditta familiare, poi sono entrato in quella che oggi è la mia azienda come semplice commerciale”.
Step by step è arrivato ai vertici.
“L’azienda è cresciuta ogni anno, fino a quando nel 1997 è stata acquisita da un grande gruppo industriale lombardo. Io sono diventato direttore commerciale, poi direttore generale, amministratore delegato e infine nel 2009 ho acquistato l’intero pacchetto azionario della società”.
Dove lavora, negli ambienti imprenditoriali parmensi, si dice lei abbia un occhio di riguardo per gli investimenti sulla sicurezza del lavoro.
“Sì, è così. Uno dei miei primi atti da amministratore delegato è stato riportare sotto la mia personale responsabilità la materia sicurezza sul lavoro. Ci penso io, ne rispondo io in prima persona: avrei potuto delegare la materia a qualche dirigente, la legge lo prevede, ma non l’ho fatto”.
Perché questa particolare attenzione?
“Primo, perché è giusto. Secondo, perché da ragazzo, avevo solo 19 anni, ho subito un grave infortunio che mi ha choccato”.
Un’esperienza che ti cambia: non solo dal punto di vista fisco, ma anche nella visione della vita. Se ne può parlare?
“Se ne può parlare, ma ancora oggi con un certo tormento e qualche turbamento. Lo ricordo bene, era un venerdì, alla fine di una giornata di lavoro nell’attività di famiglia, quando la mano sinistra si è infilata sotto sei micro-presse a discesa lenta”.
Quanto tempo è passato prima che si riprendesse dall’incidente?
“In pratica mi hanno dovuto riattaccare le dita e l’intera mano sinistra. Ho subito 5 interventi chirurgici e trascorso 227 giorni al Policlinico di Modena. Un’esperienza dolorosa a livello fisico e psicologico, ma che mi ha insegnato molte cose e mi ha fatto scoprire energie, motivazioni e una voglia di combattere che neppure io pensavo di possedere. E vorrei dire che oggi mi ritengo una persona fortunata: sono guarito e posso fare quasi tutto quello che facevo prima. Non tutti quelli che sono passati attraverso un simile infortunio possono dire la stessa cosa. Ne sono consapevole e penso a loro”.
Lei ha organizzato una serata sulla giustizia e Giovanni Falcone, con l’ex ministro Claudio Martelli. Ora questo convegno sul lavoro con ospiti altrettanto rilevanti. Ma cosa vuole fare da grande la sua associazione Crea Liberamente?
“Bella domanda. Posso dire con chiarezza che l’associazione non vuole sostituirsi ai partiti e per statuto non può partecipare a competizioni elettorali, anche se questo non impedisce ai nostri iscritti di fare in proprio scelte diverse, purché non si guardi a ideologie populiste di estrema destra o sinistra. Abbiamo l’ambizione di portare nuovi stimoli e idee per innalzare il livello di una certa politica che oggi appare modesta, con una voce che non sia urlata. Vogliamo dare il nostro contributo concreto per affrontare i problemi reali della gente”.
(Ferruccio Del Bue)
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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