La Regione Emilia-Romagna è pronta a fare “tutto il possibile” per accogliere i profughi in fuga dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Da un lato attraverso la rete nazionale dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e del Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) che il governo sta attivando nei territori, gestita dalle singole prefetture (ci sono 5.000 posti Cas e 3.000 posti Sai a livello nazionale) d’intesa con gli enti locali; dall’altro garantendo tutti i posti che dovessero rendersi necessari attraverso un proprio piano, definito dall’Agenzia regionale di protezione civile dell’Emilia-Romagna.
La massima disponibilità dell’ente regionale è stata ribadita durante l’ultima seduta di giunta dal presidente Stefano Bonaccini: “L’Emilia-Romagna farà tutto quanto necessario per accogliere, assistere e sostenere i profughi. Siamo pronti a fare la nostra parte sia rispetto alle richieste che arriveranno dal governo sia per un’azione congiunta insieme ai prefetti, ai sindaci e agli enti locali. Non ci dovrà essere nulla di intentato di fronte a una guerra che il popolo ucraino sta già pagando oltre ogni immaginazione. Soprattutto donne, bambini e anziani stanno lasciando il Paese: devono sapere che l’Italia e l’Emilia-Romagna sono pronti ad accoglierli”.
Sono costanti i contatti della Regione con il governo, che sta definendo le disposizioni nazionali per l’accoglienza, con il coinvolgimento dei territori. È stato infatti attivato il coordinamento nazionale di Protezione civile, con una prima riunione alla lunedì 28 febbraio ha partecipato anche l’Emilia-Romagna.
Sempre in tema di protezione civile, lunedì sera si è svolta una riunione del Coordinamento regionale dei volontari, per organizzare la macchina dell’accoglienza in modo tale che sia pronta ad accendersi non appena sarà necessario. Sul tema si è attivata anche la Prefettura di Bologna, che coordina le prefetture di tutta l’Emilia-Romagna, per strutturare un’azione condivisa con Comuni e Province. La macchina dell’accoglienza, infine, coinvolgerà anche le realtà associative regionali.
Nella mattinata di martedì primo marzo, invece, la Regione ha partecipato a una nuova riunione con la Protezione civile nazionale, che gestirà la dichiarazione di stato d’emergenza (valido fino al 31 dicembre 2022) con ordinanze attuative. Sono circa 1.500 le persone di nazionalità ucraina già arrivate in Italia, per lo più in proprio e raggiungendo parenti o altri conoscenti già presenti sul territorio nazionale: l’obiettivo, ora, è quello di prepararsi ad accogliere i profughi non appena saranno aperti i canali di arrivo nei vari Paesi europei.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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