“Uno è sempre contento di avere degli eredi, bisogna vedere cosa gli si lascia”. Romano Prodi, ospite giovedì 29 agosto alla festa nazionale del Pd a Ravenna, ha risposto così quando gli è stato chiesto se il premier Giuseppe Conte sia davvero un suo erede politico. “La situazione è totalmente diversa dai miei tempi. Noi abbiamo vinto con una coalizione organizzata, oggi con l’attuale legge elettorale non si vince mai. Auguro a Conte di durare più di Prodi”, ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio.
In alternativa dice il professore “si sarebbe andati a votare per poi iniziare lo stesso tipo di gioco. Nemmeno un grande Salvini poteva pensare di avere una grande maggioranza, il problema è nella legge elettorale”.
“Il governo precedente era nato con un’alleanza nata dopo le elezioni – ha proseguito Prodi – adesso si deve costruire qualcosa che duri di più, qualcosa che abbia un programma comune e che duri tutta la legislatura. Non sarà facile, perché si esce da elezioni – con questo sistema elettorale. Adesso – ha concluso -si sta andando verso la lode del proporzionale, io sono sempre stato per il maggioritario e lo sono ancora”.
“Io farei un ministero per l’immigrazione, non per nulla c’è un commissario europeo per l’immigrazione. Non è solo un problema di ordine pubblico ma di futuro del Paese”. “L’immigrazione non è un problema che può essere risolto solo dall’Italia. Ci vuole qualcuno che parli con l’Europa e che ci aiuti a superare e cambiare il trattato di Dublino”, ha aggiunto Prodi, sottolineando la necessità di togliere questa delega al Viminale.
“Il governo precedente è crollato il giorno dopo il voto sulla nuova presidente della Commissione europea. Per risolvere i problemi non dobbiamo fare i capricci da soli ma parlare con l’Europa”, ha ribadito.
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