“Se vi è un dato che l’istruttoria e la dialettica processuale hanno consentito di chiarire è che Saman Abbas non è stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato/forzato”.
E’ quanto si legge nelle oltre 600 pagine delle motivazioni della sentenza della Corte di assise di Reggio Emilia sull’omicidio della 18enne pachistana, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara. La Corte a dicembre ha condannato all’ergastolo il padre e la madre e a 16 anni lo zio. Per i giudici, in particolare, i genitori Abbas Shabbar e Shaheen Nazia hanno “letteralmente accompagnato la figlia a morire e non si esclude che sia stata la madre l’esecutrice materiale”.
Uccisa per lo stile di vita. Secondo i giudici, dietro l’omicidio di Saman Abbas ci sarebbe stata la contrarietà della famiglia sullo stile di vita scelto dalla ragazza. La 18enne avrebbe voluto continuare la relazione con il fidanzato Saqib. I giudici scrivono che il delitto sarebbe da “ancorare, anziché a una serie indeterminata di eventi, come sostenuto dall’accusa, all’epilogo ultimo della vicenda, consumatosi la sera del 30 aprile, quando i genitori, a causa delle videoregistrazioni delle chat effettuate da Haider, scopriranno che è ancora in corso la relazione con Saqib e che la figlia sta progettando di fuggire nuovamente, scoperta che poi condurrà alla discussione finale con Saman”.
Il ruolo della madre. Nel ricostruire la dinamica dell’omicidio, i giudici scrivono che “gli imputati Abbas Shabbar e Shaheen Nazia”, padre e madre della 18enne, avevano “letteralmente accompagnato la figlia a morire” e non “si esclude che sia stata” sua madre “l’esecutrice materiale”. L’omicidio è stato deciso nel corso della telefonata tra lo zio Danish Hasnain e i genitori di Saman Abbas, come dimostrerebbe il comportamento dei due nei video delle telecamere dell’azienda agricola la notte del 30 aprile. “Può dirsi indiziariamente accertata la comune volontà degli imputati di commettere l’omicidio della loro stessa figlia, la presenza di entrambi sul luogo del delitto, e il comprovato apporto fornito alla realizzazione dell’evento”. Sarebbero poi “eloquenti ed espressivi” i comportamenti e il contegno dei due, ripresi dalle telecamere. La madre, in modo fermo e determinato, bloccando con un gesto risoluto il marito, si inoltra sulla carraia con Saman “per quel minuto che non consente di escludere sia stata lei l’esecutrice materiale”. Il marito, che “si mostra tormentato, assumendo atteggiamenti che danno conto della drammaticità di ciò che sta accadendo, ma che lui resta ad osservare, senza far nulla”. Confermando così “la sua adesione psicologica piena al fatto”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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