Caro Mauro,
scusami se ti rispondo solo ora, ma impegni di lavoro mi hanno impedito di farlo prima.
Ho letto con attenzione i tuoi articoli del 06/12 apparsi su 24Emilia e ti devo dire, in tutta sincerità, che mi sembrano ingenerosi nei confronti di chi a Reggio Emilia ha organizzato una importante mostra su Giacomo Matteotti (una delle poche realizzate in Italia) e ha messo sui muri di via Don Minzoni una targa di marmo (fra le pochissime posate in Italia) 100 anni dopo il suo assassinio per mano fascista.
Definire tutto questo “iniziativa parziale” senza essere stato presente all’installazione della targa e senza avere visitato la mostra con le sue 18 bacheche di libri e documenti originali con al centro un box dedicato a Giacomo Matteotti con tutte le sue pubblicazioni in prima edizione (ivi compresi i rarissimi opuscoli finanziari degli anni ‘10/’20), mi sembra azzardato. Tra l’altro, devi sapere, che la parte socialista della mostra è stata curata dallo storico e studioso Andrea Panaccione, autore di diversi saggi e libri sulla storia del Socialismo, a partire da “Socialisti europei tra guerre, fascismi e altre catastrofi (1921-1946)” edito da Franco Angeli.
Sostenere che gli organizzatori abbiano volutamente tralasciato che Giacomo Matteotti fosse un socialista riformista, denota che non sono stati visionati i testi descrittivi della mostra inerenti a Giacomo Matteotti, ai partiti socialisti nell’esilio e nella guerra di Spagna e alle stesse Brigate Matteotti nella Resistenza.
Ti ricordo che la mostra è stata curata esclusivamente dal sottoscritto su mandato dell’Archivio Storico della Fai Reggiana e delle Cucine del Popolo che “appartengono” all’area libertaria di Reggio Emilia. Per essere chiari fino in fondo, Anpi, Istoreco, e successivamente il Comitato Antonio Piccinini hanno aderito quando il progetto era definito e chiuso. Quindi queste associazioni non hanno alcuna responsabilità sul taglio culturale, storico e scientifico dell’evento. Tutte le responsabilità, comprese le eventuali mancanze, sono da attribuire soltanto a me e al nostro “collettivo di lavoro”.
La stessa organizzazione della giornata è stata pensata per fare parlare al mattino gli esponenti delle organizzazioni promotrici, il Vicesindaco e il Segretario della Cgil, e al pomeriggio (dopo un intervento dell’assessore alla Cultura), gli studiosi e le studiose che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. Quindi nessuna volontà di escludere i compagni socialisti da un simile evento che riguarda un periodo storico di cruciale importanza per tutte le componenti del movimento operaio.
Proprio per ampliare il confronto, mantenendo viva e vivace la memoria antifascista, abbiamo allestito all’interno dello spazio ex Aci una sala conferenze per invitare studiosi, storici e giornalisti, al di là delle differenze che non ci hanno mai preoccupato. Ti invito, pertanto, ad organizzare, insieme a noi, un tuo intervento su Giacomo Matteotti alla sala dell’ex Aci.
Ci conosciamo da parecchio tempo e non puoi pensare che gli anarchici di Reggio Emilia possano escludere qualcuno, quando, come tu ben sai, anche noi siamo socialisti, oltre che libertari e internazionalisti.
Un saluto fraterno,
Gianandrea Ferrari
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