Il sequestro preventivo, emesso dal Gip di Parma su richiesta della procura europea, riguarda due società attive nel commercio di carburanti e sette persone, fra le quali tre promotori e organizzatori di un un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Disposto anche il sequestro di beni per un valore di circa 150 milioni.
L’indagine è partita nel 2019 quando le Fiamme gialle hanno rilevato diverse anomalie nel prezzo di vendita dei carburanti in provincia di Parma. Hanno così ricostruito il complicatissimo meccanismo che consentiva la frode, con una triangolazione fra persone residenti a Dubai, Miami e Napoli che acquistavano benzina e gasolio in Slovenia e Croazia, per poi rivenderle a imprese del Regno Unito e della Romania e poi a 31 imprese ‘cartiere’ (ovvero esistenti solo sulla carta) e in alcuni casi a una società filtro della provincia di Potenza. Il carburante, in realtà, arrivava direttamente nel deposito della provincia di Parma, per poi essere venduto nei 17 distributori sequestrati che potevano praticare un prezzo molto più basso rispetto alla concorrenza. Per l’erario ci sarebbe un danno complessivo di oltre 90 milioni.
Oltre alle pompe sono stati sequestrati il deposito di Parma, diversi immobili e disponibilità finanziarie: nell’ambito delle perquisizioni sono in campo anche i cash-dog, ovvero i cani addestrati a fiutare l’odore dei soldi per individuare ulteriori depositi di contanti.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]