L’Ausl di Reggio ha pubblicato di recente un bando di gara europeo per assumere a chiamata medici per i servizi di pronto soccorso, automedica e medicina d’urgenza per l’assistenza medica specialistica nei pronto soccorso – attualmente chiusi – di Scandiano e Correggio, una mossa “che nasce dalla necessità di assicurare il servizio in risposta alle tante sollecitazioni e richieste di interlocutori istituzionali e non”.
“Si tratta di un provvedimento temporaneo in attesa di reperire personale dipendente”, ha spiegato l’Ausl reggiana, ma la precisazione non è bastata al coordinatore comunale reggiano di Fratelli d’Italia Marco Eboli, secondo cui la decisione “oltre a testimoniare le difficoltà in cui si trova la sanità pubblica rappresenta una pesante sconfessione della politica sanitaria del centrosinistra, che per anni ha contestato ad altre Regioni governate dal centrodestra il ricorso ad accordi di servizi con il sistema privato”.
“Per Fratelli d’Italia il privato non è mai stato un pericolo: ciò che conta, sempre, è la qualità del servizio sanitario ai cittadini”, ha aggiunto Eboli: “Il costo dell’operazione, qualora dovesse durare per un anno, è di un milione e mezzo di euro, decisamente superiore ai costi che sostiene la sanità pubblica, con un aspetto legato ai compensi dei medici privati, con molta probabilità superiore a quelli dei medici pubblici con i quali lavoreranno”.
“La domanda che Fratelli d’Italia si pone è: chi pagherà i maggiori costi del servizio appaltato ai privati? Non vorremmo sbucassero ticket una tantum a carico dei cittadini”. Secondo Eboli, inoltre, “il bando presenta alcune lacune. In primo luogo, il fatto che il 30% dei servizi appaltati ai privati potranno essere sub-appaltati: quali non si sa. I privati che vinceranno l’appalto dovranno aver cessato ogni rapporto con il servizio sanitario pubblico da tre anni. Penso che, se si tratta del personale medico, che lavorerà per l’impresa o per la cooperativa che gestirà il servizio, sia di fatto un recupero di medici pubblici. Diverso è se il limite dei tre anni fosse relativo ai legali rappresentanti delle società che gestiranno l’appalto: in questo caso sarebbe curioso che un medico, da poco fuori dal servizio sanitario pubblico, si trasformi in imprenditore e fornisca, a costi più elevati, servizi sanitari. Se così fosse, il limite dei tre anni dovrebbe essere elevato a dieci anni”.
“Ultimo ma non meno importante aspetto riguarda la professionalità e i titoli di studio del personale medico privato che opererà nei nostri ospedali. Sull’equiparazione dei titoli di studio tra sistema italiano e altri sistemi il bando è vago, ma ciò che più ci preoccupa è l’assenza di ogni limite minimo di esperienza e servizio in strutture ospedaliere. Senza la specificazione di questo punto i cittadini potrebbero rischiare – proprio nei servizi delicati di pronto soccorso, automedica e medicina d’urgenza – di essere assistiti da medici privi della necessaria professionalità. Riteniamo pertanto doveroso rivedere il bando dell’Ausl e integrarlo con le precisazione chieste da Fratelli d’Italia”, ha concluso Eboli.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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