Si è conclusa la vicenda processuale legata alle Fonderie Cooperative di Modena. L’ordinanza n. 1643 del Consiglio di Stato, infatti, ha dichiarato il processo “improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse” dopo che l’azienda ha accettato il provvedimento del Servizio autorizzazioni e concessioni dell’Arpae di Modena, che aveva indicato il termine del 25 marzo 2022 come data ultima per la cessazione dell’attività fusoria.
La decisione del giudice ha chiuso il contenzioso avviato con l’appello cautelare presentato da Fonderie Cooperative contro la decisione del Tar di Bologna, riguardante proprio la sospensione delle attività. L’azienda di via Zarlati, che ha così terminato definitivamente la sua attività di fusione, ha iniziato il processo di dismissione e smantellamento del sito industriale.
Nel corso di un sopralluogo effettuato lo scorso 25 gennaio era emerso che l’azienda modenese non aveva rispettato quanto richiesto dall’Arpae in una precedente diffida (datata 9 dicembre 2021) relativa alla gestione di alcune tipologie di rifiuti. La quantità di una determinata categoria di rifiuti stoccata all’interno delle pertinenze dell’azienda, che sarebbe dovuta essere avviata a smaltimento per rientrare nei limiti previsti dalla legge, era risultata invece addirittura superiore rispetto al quantitativo presente a dicembre: per questo motivo il 27 gennaio scorso l’Arpae aveva intimato a Fonderie Cooperative di sospendere l’attività produttiva con effetto immediato, a partire dal giorno seguente.
L’azienda, tuttavia, aveva presentato ricorso al Tar impugnando il provvedimento, ma con un’ordinanza depositata l’11 marzo scorso il tribunale amministrativo regionale di Bologna aveva respinto la richiesta di Fonderie Cooperative di sospendere la diffida – con contestuale sospensione delle attività – emanata lo scorso 27 gennaio dal Servizio autorizzazioni e concessioni dell’Arpae modenese.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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