Mercoledì 10 luglio alle 21.30 terzo appuntamento in terra reggiana per il Festival Mundus: con “Putiferio” – dal nome del loro ultimo album – Mimmo Epifani & Epifani Barbers si esibiranno nel parco del castello di Arceto, a Scandiano.
Sul palco, assieme al noto mandolinista di origini pugliesi, ci saranno anche i suoi “Barbers”: Giuseppino Grassi (mandola e voce), Michele Ascolese (chitarra e voce), Francesco Santalucia (tastiera e percussioni) e Pasquale Barletta (organetto e percussioni). Ad aprire il concerto (ingresso gratuito) sarà il gruppo italiano Azzurra Trio, in collaborazione con Glocal Sound Giovane Musica d’Autore in Circuito.
In “Putiferio” il mandolino di Mimmo Epifani trasporta l’ascoltatore a immaginare i panorami marini del Salento, così ricco di tradizione popolare e cultura; ma rimanda anche, attraverso la caratteristica allegria, ironia e carica esplosiva della sua musica, al connubio godereccio di musica e cibo, danza e amore.
Epifani è universalmente riconosciuto dalla critica come uno dei maggiori conoscitori italiani di musica etnica, sia per aver apportato innovazioni tecniche di improvvisazione applicate al suo strumento, il mandolino, sia per il suo repertorio decisamente originale, fatto di pizziche, tarantelle e armoniose serenate, il tutto a un ritmo più che mai incalzante e impreziosito da notevoli e non rari virtuosismi.
La musica di Epifani, insomma, ricrea e rigenera atmosfere antiche e tradizioni folk evolvendole a una “nuova” e quanto mai travolgente musica. La particolarità assoluta della sua produzione artistica è l’utilizzo della tecnica della mandola alla “barbiere”, così chiamata perché veniva insegnata in un salone da barbiere a San Vito dei Normanni (in provincia di Brindisi, paese di origine di Epifani) dai maestri Costantino Vita, barbiere e musicista, e “Maestro” Peppu D’Augusta, una sorta di direttore di orchestrine che suonavano la pizzica.
Da talentuoso e appassionato musicista, durante gli anni di studio in conservatorio Mimmo Epifano ha fatto suoi questi insegnamenti e li ha evoluti applicandoli agli strumenti a plettro come mandolino, mandola, mandoloncello, chitarra battente e la tammorra: il risultato è la creazione di un sound acustico quanto mai originale, ma anche moderno e sincopato, in alcuni passaggi forse più vicino alle ritmiche del rock che non a logori stereotipi del folk vecchia maniera.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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