All’indomani del femminicidio che ha scosso l’opinione pubblica italiana, quello della ventiduenne Giulia Cecchettin per mano del suo ex fidanzato, Papa Francesco volle telefonare al padre di Giulia, Gino. Il primo contatto fu attraverso il Cardinal Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI e Arcivescovo di Bologna. A qualche mese di distanza, Festival Francescano, in collaborazione con Antoniano Opere Francescane, ha proposto che i due, Gino Cecchettin e il Cardinal Zuppi, si parlassero di persona, ricevendo il favore di entrambi, per un incontro che sarà trasmesso online lunedì 6 maggio, alle ore 20.30. Con loro, suor Chiara Cavazza, francescana dell’Immacolata. L’incontro può essere seguito iscrivendosi sul sito www.festivalfrancescano.it.
Nell’anno in cui Festival Francescano, in piazza Maggiore a Bologna dal 26 al 29 settembre, rifletterà sul tema delle ferite che (si) aprono, la testimonianza di Gino Cecchettin aiuta a capire come si possa attraversare un dolore così grande, ingiusto e inatteso. Come nel libro scritto insieme a Marco Franzoso per Rizzoli dal titolo “Cara Giulia”, Cecchettin riflette sul senso di questa immane tragedia, personale e collettiva, trovando la forza di raccontare quello che ha imparato da sua figlia. Tra l’attenzione a tratti morbosa di certa stampa, i giudizi a volte efferati per lui e la figlia maggiore Elena sui social e l’affetto di tantissime persone, l’esperienza di Gino Cecchettin diventa un appello potente alle famiglie, alle scuole, alle istituzioni. Afferma Gino Cecchettin: “Quando leggevo storie di femminicidi ne rimanevo colpito, scosso, ma poi egoisticamente giravo pagina. […] Io ero normale, e nel mondo normale certe cose non accadono. Non è così. Nessuno di noi è immune, perché l’idea della prevaricazione riguarda tutti indistintamente, riguarda il mondo nel quale viviamo”. Tra le tematiche che saranno affrontate, cosa fa e può fare la Chiesa per contrastare la cultura dilagante del sopruso, come ricostruire una cultura della riconciliazione, la necessità di stare più vicini ai giovani.
L’iniziativa è sostenuta da BPER Banca.
La 16^ edizione del Festival Francescano è attesa da giovedì 26 a domenica 29 settembre a Bologna, come sempre nel cuore della città, in Piazza Maggiore. Il tema 2024 delle ferite che (si) aprono si riecheggia in una forma d’arte giapponese, metafora filosofica di questa riflessione, il Kintsugi, che prevede di non buttare un oggetto rotto, né di ripararlo nascondendo le cicatrici. La tecnica Kintsugi ricompone oggetti in ceramica attraverso una lacca polverizzata con oro. Le venature della rottura vengono così evidenziate, rendendo in questo modo il vasellame nuovo, trasformato, unico. «Così come – spiega il Manifesto scientifico 2024 del Festival Francescano – nella nostra esperienza umana, al travaglio si associa contemporaneamente il significato di dolore e insieme di generatività».
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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