Sono sette le ‘reggiane per esempio’ premiate oggi dal sindaco di Reggio Luca Vecchi quale modello di impegno e dedizione nella ricerca a favore della comunità. Sala del Tricolore ha ospitato questo pomeriggio la cerimonia in cui sette nostre concittadine sono state insignite di onorificenza per essersi distinte nei settori della ricerca scientifica, tecnologica, storica e sociologica (questi gli ambiti professionali scelti in questa decima edizione del premio “Reggiane per esempio”). Si tratta di Alessia Ciarrocchi (ricerca scientifica), Barbara Reggiani e Maria Teresa Pacchioli, Chiara Talignani Landi (ricerca tecnologica), Rita Bertozzi e Chiara Panciroli (ricerca sociologica) e Paola Davoli (ricerca storica).
“Celebriamo quest’anno l’impegno nella ricerca scientifica e umanistica, quindi un investimento fondamentale per il bene comune e il futuro – ha detto il sindaco Vecchi – Celebriamo questa giornata senza retorica pensando al tema dei diritti. Abbiamo considerato spesso il perimetro del mondo occidentale come il luogo in cui si è arrivati più avanti in termini di sviluppo e di democrazia benché anche in occidente la parità di genere non è ancora del tutto realizzata. Ma mai come in questo momento storico i diritti sono a rischio di involuzione. Assistiamo infatti al ritorno dell’autorità e del populismo il cui riflesso è la compressione degli spazi di libertà e di conquista dell’eguaglianza. Valori come la creatività e la diversità, che hanno consentito l’emancipazione, sono oggi in discussione e l’Europa deve guardare con preoccupazione questo declino. Occorre avere il coraggio delle scelte, farsi guidare dalla propria coscienza senza restare indifferenti rispetto all’involuzione dei valori di libertà, uguaglianza, fraternità.”
Insieme al sindaco alla premiazione hanno partecipato le assessore comunali Natalia Maramotti (pari opportunità), Raffaella Curioni (educazione) e Valeria Montanari (agenda digitale). Alla cerimonia sono intervenute anche Giovanna Termini, Maria Cacciola e Rosanna Mallemi, commissarie prefettizie di Corleone, che hanno portato la loro testimonianza di impegno in quanto donne delle istituzioni sottolineando che “il lavoro svolto a Corleone è stato fatto per il Tricolore, ovvero non solo per Corleone o perché siamo siciliane, perché lo abbiamo fatto per tutti. Avete parlato di ‘reggiane per esempio’, noi siamo in questo senso ‘italiane per esempio'”.
Nell’ambito della ricerca scientifica, il premio è stato conferito ad Alessia Ciarrocchi, dal 2015 coordinatrice del laboratorio di Ricerca traslazionale dell’Irccs di Reggio, dove si è occupata di progetti traslazionali sulle patologie oncologiche, focalizzandosi sul ruolo del genoma nella progressione delle neoplasie solide. La Commissione giudicante ha riconosciuto in lei “capacità e straordinari risultati raggiunti nel campo della ricerca scientifica, impegno, determinazione ed entusiasmo nella comunicazione e divulgazione scientifica, che contribuiscono all’alfabetizzazione scientifica fondamentale per la crescita culturale delle persone. Dotata di un talento cristallino nell’ideazione e conduzione di progetti di ricerca traslazionale sulle patologie oncologiche. Per la sua capacità di coinvolgimento delle giovani generazioni nella ricerca, per l’eccellente qualità dell’organizzazione nel coordinare e nel valorizzare le competenze del suo team, per tutto ciò che fa per la comunità reggiana rappresentando una delle più grandi assicurazioni sul futuro della Ricerca sanitaria a Reggio Emilia”.
Per l’ambito della ricerca tecnologica, sezione over 40, sono state invece premiate ex aequo Barbara Reggiani e Maria Teresa Pacchioli. Barbara Reggiani, ricercatrice del Dipartimento Scienze e metodi dell’ingegneria di Unimore, è stata scelta “per il suo impegno e la professionalità dimostrata e riconosciuta anche a livello internazionale, ha saputo distinguersi nell’ambito della meccanica dei materiali e dei processi tecnologici ove il genere declinato è prevalentemente maschile portando innovazioni tecnologiche, per rappresentare significativamente le giovani generazioni e la città di Reggio Emilia sia in Italia che all’estero”. La sua attività di ricerca riguarda i processi di deformazione plastica massiva con particolare focus al processo di estrusione a caldo di leghe leggere e ultraleggere.
A Maria Teresa Pacchioli, ricercatrice di Crpa in forza al Tecnopolo, è stato invece conferito questo “prezioso riconoscimento perché ha dimostrato e dimostra la forza delle donne, l’impegno, la bravura professionale, per l’aspetto innovativo della sua ricerca nel settore agro-zootecnico e dell’industria alimentare, in particolare quella più tradizionale e tipica della Regione Emilia Romagna conciliando i fabbisogni del mondo produttivo con le risposte della ricerca e dell’offerta tecnologica, a sostegno di un ‘modo di fare’ a salvaguardia del mondo che lasceremo alle generazioni future”. La sua attività di ricerca negli ultimi anni si è concentrata in particolare su progetti di dimostrazione di nuove tecniche agricole a basso impatto ambientale e di trasferimento tecnologico nel settore del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma.
Sempre nel campo della ricerca tecnologica, ma per la sezione under 40, Chiara Talignani Landi è stata premiata perché “rappresenta un’eccellenza nell’ambito della robotica industriale, prettamente maschile, ove ha saputo distinguersi per il suo talento, per la competenza e la passione che la porta a ri-cercare e approfondire innovazioni tecnologiche nell’ambito della meccatronica, per la professionalità dimostrata e riconosciuta anche all’estero”. Talignani Landi, dottoranda in Ingegneria dell’innovazione industriale presso Unimore, si occupa di interazione uomo-robot nella robotica collaborativa in ambito industriale. Si è occupata dello sviluppo di algoritmi software per garantire la sicurezza dell’operatore, evitando possibili collisioni e garantendo un’interazione stabile. Ha sviluppato algoritmi per implementare la guida manuale e l’autoapprendimento di traiettorie su robot industriali.
Per l’ambito della ricerca sociologica sono invece state nominate “reggiane per esempio” Rita Bertozzi (sezione over 40) e Chiara Panciroli (sezione under 40). Bertozzi, ricercatrice in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso Unimore, focalizza la sua ricerca su tre tematiche di grande attualità sociale: percorsi di istruzione e di socializzazione dei figli immigrati; minori stranieri non accompagnati; giovani e politiche socio-educative. La Commissione l’ha scelta “per le sue capacità umane, la sua dedizione, la sua capacità di coniugare il rigore del lavoro critico ad una sensibilità alle dinamiche più profonde della società, per la sua amabilità,per l’attenzione alle forme di partecipazione e cittadinanza esplorate in modo innovativo con metodi visuali e partecipativi; per aver saputo coniugare nella sua ricerca le richieste e i bisogni del territorio locale con le opportunità a livello nazionale ed internazionale, diventando così anche antenna nel e dal territorio che l’ha generata”.
Chiara Panciroli, docente nei corsi di laurea in Servizio sociale dell’Università Cattolica, si occupa di studiare i processi di impoverimento nonché le reti d’aiuto che le famiglie in difficoltà economica instaurano sul territorio per rispondere ai diversi tipi di bisogno: alimentare, abitativo, supporto scolastico ed educativo per i figli, sostegno psicologico ed emotivo. Nel farlo, come sottolineato dalla Commissione, ha sviluppato un “approccio innovativo ancora poco sperimentato in Italia” ed è “attraverso la sua ricerca un esempio di integrazione e di interazione con il proprio territorio”.
Paola Davoli, docente di Egittologia presso l’Università del Salento, è stata invece premiata nell’ambito ricerca storica “per la sua attività di ricerca storica ed archeologica in Egitto con particolare riferimento all’epoca ellenistica e romana del Fayyum, con risultati riconosciuti a livello internazionale. Per la determinazione che la porta a perseguire le sue attività di ricerca con un approccio multidisciplinare per l’apporto culturale ed esperienziale che ha dato e continua a dare anche alle nuove generazioni nell’ambito della ricerca storica”. Da quasi 30 anni svolge attività di ricerca storica e archeologica in Egitto con risultati riconosciuti a livello internazionale. Il volume tratto dalla sua tesi di dottorato è tuttora un punto di riferimento per gli studi sull’archeologia di epoca ellenistica e romana del Fayyum, una regione dell’Egitto da cui provengono migliaia di papiri e famosi ritratti funerari.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]