Festa bandiera, Vecchi attacca la Lega

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Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi interviene con una nota sulla festa del Tricolore indicando il vessillo come simbolo morale dell’unità d’Italia e attaccando poi la Lega, che aveva già annunciato che non prenderà parte a una cerimonia che “già da anni viene strumentalizzata dalla sinistra”, e in particolare il deputato reggiano del Carroccio Gianluca Vinci che, dice il primo cittadino, se ne “tornasse a bere l’acqua del Po a Pontida e a venerare le divinità celtiche”.

Scrive il sindaco: “Quando il 7 gennaio 1797 nacque a Reggio Emilia la Repubblica Cispadana con il suo Tricolore fu il primo atto di un lungo processo, di un cammino verso il sogno repubblicano e democratico, ma sopratutto verso l’unità del Paese. I reggiani hanno sempre custodito con grande consapevolezza la responsabilità storica che ereditiamo dall’essere stati in quello – come in tanti altri momenti – protagonisti fondamentali della costruzione del nostro Paese.
E quel Tricolore è il simbolo morale della sua unità.

A Vinci della Lega nord mancano i fondamentali per capire cosa sono le Istituzioni, cos’è un Governo e sopratutto cosa sono i partiti. Lui e il suo partito, finché ha fatto loro comodo, quel Tricolore lo hanno sempre umiliato, preferendogli simboli celtici e trovate carnascialesche.
Vinci e la Lega non si sono mai occupati della città e questo scivolone non è altro che l’ulteriore dimostrazione di questo fatto.

La Festa del 7 gennaio in quanto Giornata celebrativa nazionale segue – come tutte le altre occasioni ufficiali – un cerimoniale ormai consolidato da anni, concordato con i vertici dello Stato.
La parata e l’alzabandiera in piazza che rappresentano soprattutto un momento di riconoscimento al ruolo delle forze armate impegnate ogni giorno per costruire pace e sicurezza.
Un momento con le scuole in sala del Tricolore dove consegneremo ai ragazzi dei nostri istituti la Costituzione e copia delle Leggi razziali perché pensiamo sia fondamentale sapere che quell’Italia che ha toccato l’abisso è rinata dieci anni dopo con l’antifascismo, la Liberazione e i principi unificanti della Costituzione.
E infine, come da vent’anni, l’intervento dei rappresentanti delle tre istituzioni: Comune, Provincia e Regione.

Qualora non l’avessero ancora informato, qualcuno dei suoi dica a Vinci (che pure in quanto parlamentare dovrebbe saperlo) che la massima autorità invitata – la presidente del Senato Casellati – è la seconda carica dello Stato, che ringrazio per aver accettato l’invito e per aver onorato con la sua presenza il prestigio istituzionale di una giornata di festa nazionale della bandiera.

In cinque anni sono arrivati a Reggio il presidente della Repubblica, della Camera, del Senato, il presidente del Consiglio: segno del valore istituzionale delle celebrazioni.
La verità è che l’onorevole leghista non sa neanche cosa sia il Tricolore. Appartiene a un partito che lo insultava sino a ieri l’altro, si vantavano sbraitando “la Padania non è Italia” e poi si esibivano in siparietti ridicoli contestando il 7 gennaio ogni anno. Dunque, che tornasse a bere l’acqua del Po a Pontida e a venerare le divinità celtiche.
Reggio conosce la storia del Tricolore e conosce il significato unificante di questa storia per il Paese, ben oltre ogni appartenenza politica.

Ci sono dei momenti in cui se si ha a cuore l’Italia e il suo destino le differenze politiche dovrebbero stare un passo indietro”.