Si misureranno entro il prossimo anno gli effetti delle recenti elezioni britanniche, che alla mezzanotte del 31 gennaio 2020 faranno scattare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e le trattative per determinare le relazioni del dopo Brexit.
Nel frattempo, però, già si pongono quesiti significativi per le imprese esportatrici a proposito di quanto potrà accadere sul versante burocratico (le documentazioni, ad esempio, che accompagneranno i prodotti) e finanziario, ovvero in quel rapporto di cambio Euro/Sterlina che potrà influenzare i flussi e il loro valore.
È di oltre 640 milioni di euro, nei primi nove mesi dell’anno, l’interscambio reggiano con il Regno Unito. Con quasi 582 milioni – come evidenzia l’Ufficio Studi della Camera di Commercio – è il quarto acquirente di merci “made in Reggio Emilia”, il 7,2% dell’intero valore degli scambi reggiani con l’estero (quasi 8,1 miliardi). Rispetto allo stesso periodo del 2018, l’export reggiano verso il territorio britannico è cresciuto dell’8,9%, cioè in modo assai più sostenuto rispetto al resto d’Europa, visto che il Vecchio Continente, complessivamente, è cresciuto dell’1,8%.
Le esportazioni reggiane oltre Manica sono state trainate innanzitutto dal sistema moda che, nei primi nove mesi del 2019, ha fatto segnare un +24,7%, raggiungendo i 220,4 milioni. A seguire, per importanza, il comparto della metalmeccanica con 189,3 milioni, l’agroalimentare con 83,5 milioni (+11,8% su base annua) e la ceramica con 34,4 milioni di euro (+10,5%).
Gli scambi con il Regno Unito appaiono vivaci anche sul versante delle importazioni, tanto che nella nostra provincia sono giunti prodotti britannici per un valore di poco al di sotto dei 59 milioni.
Le imprese reggiane, in apparenza, non sembrano molto preoccupate degli effetti del voto dei giorni scorsi, tanto che l’84,4% delle nostre imprese manifatturiere, secondo un’indagine promossa di recente dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna, ritiene che l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea non influirà in modo significativo sugli affari dell’azienda. Il 14,3% degli intervistati pensa che l’azienda subirà qualche limitata conseguenza, e solo il restante 1,3% ipotizza che la Brexit potrebbe avere ripercussioni più che significative sull’attività dell’impresa.
Le cose, però, cambiano sensibilmente se si limita l’analisi alle imprese manifatturiere reggiane che abitualmente esportano; il 61% delle aziende, infatti, ritiene che la Brexit non determinerà conseguenze apprezzabili, un terzo ipotizza conseguenze limitate, ma il 5% delle imprese nutre preoccupazioni che solo le trattative tra UE e Regno Unito potranno eventualmente fugare.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]