Eutanasia del Tricolore. Di Nicola Fangareggi

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Esiste in calendario un solo giorno che possa rendere Reggio Emilia capitale d’Italia, almeno nell’immagine nazionale: il 7 gennaio, festa nazionale della bandiera tricolore, qui cucita e proclamata nel 1797 vessillo della neonata Repubblica Cispadana poi fatta simbolo dell’unità nazionale attraverso ogni periodo storico.

Se i reggiani e chi li amministra fossero stati in grado di comprendere l’enorme potenziale istituzionale, politico, economico, commerciale, turistico di tale circostanza, e vi avessero investito con lungimiranza e competenza, oggi non saremmo l’ultima città capoluogo di provincia per capacità attrattiva dell’intera Emilia-Romagna. Saremmo conosciuti nel mondo, e non solo in Italia, come la “città del Tricolore”, e nei giorni di gennaio potremmo ospitare decine di migliaia di turisti come avviene, ad esempio, in occasione dei super concerti pop-rock alla Rcf Arena del Campovolo.

Sul finire del secolo scorso, grazie soprattutto all’intenso impegno del non dimenticato fu partigiano Otello Montanari, la festa della bandiera riuscì a ottenere qualche riscontro istituzionale importante (nel 1997 venne Scalfaro, allora capo dello Stato, poi nel 2017 venne anche Mattarella). Ma oggi?

Oggi siamo al minimo storico. La cura Massari ha dato esiti fatali: il paziente è morto. Gli hanno praticato l’eutanasia. Ridotto a un evento locale, senza idee, senza ospiti di alto livello, senza alcunché possa interessare neppure i reggiani, per non parlare di turismo. Il sindaco, insieme a uno staff coevo di amici della defunta federazione giovanile comunista, non ha voluto invitare alcun rappresentante del governo: troppo di destra, noi qui siamo antifascisti e certa gente non la vogliamo. Preferiamo risparmiare per celebrare gli ottant’anni del 25 aprile, come se la storia fosse nata quel giorno, e ci fossimo arricchiti ed entrati nelle società del benessere grazie al sostegno dell’Urss e all’eurocomunismo, la strategia immaginifica dei compiantissimi Marchais e Berlinguer.

E se Meloni è amicona di Trump, e se questo governo di destra continuerà a vincere in Italia e in mezza Europa, e se in piazza per Capodanno c’erano più maghrebini che reggiani, e se una donna sola non può più passare alla stazione vecchia, a Ospizio, a piazzale Europa se non a rischio della propria incolumità, e se i maranza si divertono ogni sera a sfasciare le auto parcheggiate in strada, e se la grande criminalità organizzata continua in proficuo silenzio a farsi i propri affari, pazienza: a Reggio vige l’eterno ritorno, anche se Massari non lo sa, e comunque rispetto a quel disgraziatissimo Nietzsche ci sarà sempre una ong, un’Amnesty international, una rimpicciolita e babbionissima Cgil da cui prendere ordini e sventolare la nostra identità: provinciale, noiosa, essenzialmente ostile al concetto di Nazione, convinta comunque di essere sempre dalla parte giusta, quella con gli spigoli.

Nicola Fangareggi



Ci sono 9 commenti

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  1. Carla Fantini

    Buongiorno,
    Ho appena letto il Suo articolo “Eutanasia del tricolore”, mi è venuta la pelle d’oca soltanto ad immaginare, come Lei avrebbe tanto desiderato,
    decine di migliaia di turisti nel mese di gennaio….
    Ho potuto constatare da ciò che vedo e da ciò che leggo, che la vera qualità di vita non è commisurata al sovraffollamento e al consumismo sfrenato, che porta con sé tutto lo schifo possibile come inquinamento dell’aria ed acustico, rifiuti abbandonati ovunque e senso di caos, non è che più gente c’è e meglio si sta, anzi l’esatto contrario, data la forte maleducazione molto diffusa oggi, per non parlare della mancanza di qualsivoglia forma di rispetto verso le cose e le persone… Proprio ciò che si verifica in occasione dei (S)concerti al campo volo, città ostaggio della villania, lo lasci dire a chi il giorno successivo a questi eventi vanno a raccogliere una montagna di rifiuti… Vergogna umana..
    non si è ultimi in regione perché non si è cresciuti in termini di urbanizzazione cioè cementificazione, io lo vedo come un privilegio, purtroppo crescita e sviluppo vanno a braccetto con inquinamento e cemento, quindi, grazie, anche no..
    Pure i trentini lamentano che per accogliere sempre più turisti stanno cambiando i connotati alla natura e al paesaggio….
    Cambiamo paradigma e non scomodiamo il Tricolore per queste cose
    Saluti

  2. Gianni Vattani

    Non rimane altro che attendere l’apertura della mega sede di Forza Nuova in centro citta’!

    Questo evento, molto vicino alla discesa dei marziani, dara’ finalmente modo al fulcro della citta’ di riprendere vita e coalizzarsi contro il nemico respingendo il potenziale attacco degli indesiderati usurpatori!

    La Guida Politica della citta’ ritrovera’ nerbo e splendore MAI avuti negli ultimi decenni da chicchessia e con lui il suo manipolo di fedelissimi coi ruoli di maggior spicco !!!

    Finalmente avremo modo di ritornare a parlare di RESISTENZA e di lotta PARTIGIANA per i prossimi 30 anni – fintanto che non vi sara’piu’ alcun reggiano sul suolo cittadino!!!!

    E tutti vissero felici e contenti (sui colli matildici ?!…….)!

    Bravi Tutti ! Attendiamo un discorso dal balcone del Municipio alla comunita’per creare comunione d’intenti!

  3. andrea

    Egr. Direttore
    non condivido l’attacco (più che una analisi) al nuovo sindaco e alla giunta (tra l’altro a pochi mesi dal suo insediamento).
    E non condivido neanche la visione che Lei da alla nostra cittàcome l’ha lasciata il sindaco Vecchi, una città sicuramente con tanti problemi, inutile negarli, in primis la sicurezza e i problemi dal centro storico. Ma descrivere l’attività del sindaco e della giunta: “La cura Massari ha dato esiti fatali”, ripeto a pochi mesi dall’insediamento, come se avesse la bacchetta magica, mi sembra sbagliato e ingeneroso. Vorrei aggiungere che il programma del sindaco mi pare faccia leva sul fatto che TUTTI I CITTADINI (anche i direttori) dovrebbero sentirsi partecipi e contribuire alla creazione di una citta piu sicura, piu inclusiva e piu intraprendente per le iniziative di rilancio del centro storico e turistiche.
    Un cordiale saluto, un cittadino di Ospizio

  4. Sighinolfi Giampaolo

    Abolita la Festa del Tricolore del 7 gennaio ai reggiani di oggi non rimane che festeggiare il 25 aprile , giorno della Liberazione dai nazifascisti. Invitati di riguardo alla festa sono i circoli spiritici dell’Anpi ed i palestinesi. Buon divertimento a tutti!

  5. Sighinolfi Giampaolo

    Una volta era in voga definire i reggiani “testa quadra”. Abolita la Festa del Tricolore del 7 gennaio ai reggiani “senza testa” di oggi non rimane che festeggiare il 25 aprile , festa dei circoli spiritici dell’Anpi e delle bandiere dei palestinesi. Buon divertimento!

  6. Pierina

    Grazie per l’analisi puntuale e realistica del Direttore. Se la Festa del Tricolore ha subito un’eutanasia culturale, non sono più fortunati i cittadini sottoposti ad uno stillicidio sociale prodotto dalla continua chiusura di negozi e luoghi di stimoli culturali e civili.

  7. Marta Martelli

    Bravissimo! Condivido ogni parola. Reggio potrebbe avere visibilità, turismo e tanto altro se non avessimo degli incapaci al comando. Il centro storico è morto, si pensa solo a cementificare per creare centri commerciali. La sicurezza è un optional, un’impressione nostra, dicevano. Povera Reggio!

  8. Carla

    Condivido l’ analisi del Direttore ed ammiro il coraggio di averla circostanziata e soprattutto pubblicata, ad eterno disdoro dell’ attuale amministrazione.


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