Il dottor Euro Grassi è stato confermato nel ruolo di presidente di Confcooperative Sanità dell’Emilia-Romagna, la federazione regionale che riunisce 33 cooperative di medici, farmacisti, infermieri e mutue e che può contare su 35.700 soci e 800 addetti.
La rielezione è arrivata nel corso dell’assemblea regionale di venerdì 6 maggio al Palazzo della cooperazione di Bologna, alla quale hanno partecipato tra gli altri anche l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini, il presidente nazionale di Confcooperative Sanità Giuseppe Milanese e il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna Francesco Milza.
Medico di medicina generale, specializzato in neurologia e medicina dello sport, Grassi è stato tra i fondatori della cooperativa Medicina Generale di Reggio, che oggi riunisce oltre 240 medici di base del territorio reggiano.
“La pandemia ha insegnato che alla sanità emiliano-romagnola non servono nuove costruzioni”, ha spiegato Grassi, “ma più investimenti su servizi territoriali e cure primarie, infermieri e collaboratori di studio ai medici di medicina generale, domiciliarità, telemedicina e digitalizzazione in rete tra i medici e gli specialisti dipendenti e convenzionati. È quanto stiamo chiedendo alla Regione, perché il ruolo della cooperazione sanitaria è quello di avvicinare i servizi ai cittadini, abbattendo le liste d’attesa e l’intasamento dei pronto soccorso, delle terapie intensive e in generale degli ospedali e delle strutture sanitarie. Occorre puntare ancora di più sulle cooperative di medici e di operatori socio-sanitari, che possono risultare strategiche per migliorare i servizi sanitari ai cittadini”.
La cooperazione sanitaria, in un’ottica di sempre maggior integrazione con la cooperazione sociale, secondo Grassi “è chiamata a proporre un nuovo modello sussidiario di sanità basato su assistenza ambulatoriale e domiciliare, per dare risposte ai nuovi bisogni che emergono nelle comunità. Dobbiamo riportare la sanità più vicina ai cittadini; il Sistema sanitario nazionale non lo può fare senza il fondamentale apporto delle cooperative”.
Le politiche sanitarie, ha sottolineato l’assessore Donini, “non possono prescindere dalle risorse. Per questo occorre che lo Stato sostenga le Regioni salvaguardandone la sostenibilità economica. Per affrontare l’emergenza Covid la nostra Regione ha speso 800 milioni di euro, soldi che lo Stato non ha riconosciuto né come rimborsi né come finanziamento al Fondo sanitario regionale. Per questo diciamo che occorre tornare a valorizzare la sanità, attrezzarla per affrontare le sfide emergenziali che vanno oltre il Covid, come ad esempio la carenza di personale, l’assistenza domiciliare e l’investimento nelle strutture. Ma senza risorse adeguate diventa anche difficile avviare quelle iniziative di co-programmazione e co-progettazione su cui la cooperazione socio-sanitaria crede molto”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]