Esondazione dell’Enza del 2017, tre indagati

alluvione lentigione 2017

Nella notte del 12 dicembre 2017 la rottura delle difese idrauliche del torrente Enza in provincia di Reggio provocò l’inondazione dell’area della Bassa Reggiana tra Sorbolo di Brescello e Lentigione e causò ingenti danni alle strutture pubbliche e private della zona, con decine e decine di persone costrette ad abbandonare la propria abitazione per alcune settimane.

A seguito di quell’evento, nei primi giorni del 2018 la procura di Reggio aprì un procedimento penale sotto il coordinamento del sostituto procuratore Giacomo Forte, che delegò le attività di indagine ai carabinieri forestali di Reggio.

Ora, a due anni e mezzo di distanza dai fatti, dopo le complesse e articolate attività investigative condotte dai militari del Nipaaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale), l’inchiesta ha portato a iscrivere nel registro degli indagati tre persone con l’accusa di inondazione colposa: si tratta di tre funzionari di Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po.

I carabinieri forestali reggiani, con l’ausilio di due ingegneri idraulici nominati dalla procura, hanno classificato l’evento meteorologico del 2017 come importante ma “non eccezionale”, escludendo inoltre fin da subito un difetto strutturale della difesa idraulica della sponda reggiana; è stato invece accertato un deficit della sommità arginale proprio nel tratto collassato e sormontato dall’acqua.

Un’attenta analisi dell’area interessata dall’esondazione, che ha visto impiegato anche il reparto volo dell’Arma, è stata riservata alla verifica sulle condizioni delle due casse di espansione di Montecchio Emilia e Montechiarugolo, che hanno manifestato un non efficace funzionamento idraulico.

Sono proprio il cattivo funzionamento delle casse di espansione e il deficit della quota di un lungo tratto arginale a essere considerate dalla procura le cause principali del collasso della difesa idraulica a monte dell’area di Lentigione, il tutto aggravato dalla mancata comunicazione delle criticità meteorologiche e idrauliche contenute nei diversi bollettini emanati in tal senso dall’agenzia regionale di Protezione civile in quelle ore.