Esce Discover II, Zucchero: “E’ una sfida, mi sono messo in gioco”

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<<Questo disco non era previsto. Quando ho fatto il primo, doveva essere solo quello>>: Zucchero “Sugar” Fornaciari racconta alla stampa come nasce “DISCOVER II”, il secondo atto del nuovo progetto di cover della carriera di Zucchero, che esce oggi, venerdì 8 novembre, a distanza di tre anni dal primo.
Un album, in chiave Fornaciari, nel quale Zucchero rivisita brani iconici del repertorio musicale italiano e internazionale che più ha amato nella sua vita, reinterpretandoli con il suo inconfondibile stile.

<<Quando ho concluso il primo “Discover” mi sono reso conto che c’erano ancora tante canzoni che mancavano all’appello. Così, insieme a Max Marcolini, abbiamo iniziato a lavorarci. Mi sono divertito e mi sono anche messo in gioco>>.

Il bluesman aveva un conto in sospeso con i quasi 500 brani che aveva selezionato in origine, ed essendo negli ultimi anni sempre in tour, con quelli che gli “erano rimasti un po’ lì”, appesi, nei ritagli di tempo che poteva concedersi a casa ha fatto il sarto:
<<Di canzoni che avrei voluto scrivere io ce ne sono tante e questa volta ho provato ad andare a cercare anche tra quelle che probabilmente sono meno conosciute, perchè mi piaceva l’idea di dargli una nuova vita, di rinfrescarle, di mettergli addosso un vestito nuovo; riarrangiandole, cambiandone le dinamiche>>.

Ci sono brani iconici che abbiamo imparato ad amare con Adele, Marvin Gaye, Toquinho, Bryan Adams e ancora di artisti come Eddie Vedder, gli U2, Bob Dylan.
C’è anche un omaggio a Ivan Graziani <<la sua “Agnese” mi è venuta particolarmente bene>>.
Ma se per alcuni brani il lavoro è stato di un tipo, per altri invece anche il testo è stato completamente riadattato e riscritto: <<È stato un lavoro lungo, perché volevo che ogni canzone suonasse come se fosse mia>>.

Primo tra tutti, il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album “Amor che muovi il sole” – cover di “My Own Soul’s Warning” dei The Killers, dove Zucchero ha rivisitato il significato della canzone, esprimendo l’amore come una forza cosmica capace di muovere il sole e le stelle:
<<La musica ha già un suo testo, sta a te individuare le parole giuste che si sposino con quello che ti racconta la musica. E questa canzone mi era piaciuta subito, ma quando sono andata a tradurla, ho sentito l’esigenza di stravolgerla nel testo, perchè mi trasmettezza un’altra energia e l’ho portata ad essere una riflessione sull’amore universale. Mi piaceva partire da questo concetto>>.

L’altro singolo adattato è “Chinatown” dei Bleachers: <<Mi era piaciuta molto la versione con Bruce Springsteen e mi sono chiesto come l’avrei reinterpretata. Il risultato è “Una come te” in italiano. I Bleachers sono un gruppo americano giovane di cui conoscevo solo il produttore.
Ho ascoltato il brano e ho sentito subito che era una ballata molto vicina al mio stile e che, riadattata, poteva veicolare un argomento che mi sta molto a cuore: il branco. Se non l’avessi scritta in questa occasione, l’avrei sicuramente usata per uno dei miei inediti.


La deriva del branco; quello che accade nei sabato sera; i ragazzi che si ammazzano per un paio di scarpe e che vengono travolti da un qui ed ora dove la vita sembra non abbia più un valore e dove c’è ancora qualcuno però che ha e che crede in una storia d’amore. In questo caso c’è un lui che vuole tirare fuori lei dal branco, perchè il suo cuore non finisca in bocca ai cani; per “provare a trovare un domani con te”>>.

I giovani e le contaminazioni che tornano anche nel featuring con Salmo, scoperto guardando Sanremo mentre interpretava “Diavolo in me”: <<Mi era piaciuto, ma ci siamo visti vis a vis e conosciuti solo lo scorso capodanno perchè ci siamo ritrovati sullo stesso stage e abbiamo parlato molto. Ha un gusto che coincide con il mio, conosce la musica e sa fare bene le cose. Mi ha proposto lui di fare “Overdose d’amore” perchè gli avevo detto che stavo partendo per il tour e mi ha detto di cantargli solo il bridge, che al resto ci avrebbe pensato lui>>.

E il racconto di Zucchero continua, mentre si mettono insieme i pezzetti del puzzle che formano il secondo capitolo di “Discover”.

Dal ricordo della ‘pelle d’oca’ per ogni volta in cui sentiva l’arpeggio iniziale di “Sailing” di Christoper Cross e si commuoveva, a 13 anni, quando già suonava il sax tenore in una banda locale nelle balere; ad alcune gogliardiche fotografie di vita, nelle sere festose d’estate, accompagnate – ad esempio – da “Moonlight Shadows” di Mike Oldfield, presente solo nel cofanetto deluxe e che lo vede in featuring con la figlia Irene: <<Anche qui, io pensavo all’energia che mi trasmetteva il brano, poi sono andato a tradurre il testo e nella versione originale si ammazzano>>.
Del resto, continua l’artista, <<quando fai un disco di cover, per quanto mi riguarda, rielabori. Devi trovare l’arrangiamento che stravolga anche i suoni. Non basta fare un cover dove l’unica differenza sia nella voce. Io lavoro per farle diventare mie, come se avessi scritto degli inediti. La materia prima c’è già, chiaro, ma poi c’è la ricerca>>.

Eh già, c’è il piacere ma anche la sfida: <<Rispetto ad un album in studio, che per come sono fatto io si traduce in un lavoro francescano, quasi intestinale – roba che faccio bottega, sto chiuso in casa un anno, vado a letto incazzato perchè mi arrovello per giorni – quando faccio una cover mi sento più libero. Per esempio, mi son sempre detto di non toccare certi brani iconici, di volare basso; ma stavolta ho osato mettendo dentro due canzoni iconiche, “Knockin’on Heaven’s door” di Bob Dylan e “With or without you degli U2.

Sulla prima, sono stato ispirato a stravolgerla guardando un film western con la colonna sonora di Morricone; tant’è che inizio con un pedalone dark, ho messo le campane a morto, i rullanti che rotolano… e quando l’ho finita ero contento perchè era completamente diversa da quelle che io abbia mai sentito in giro.
L’altra, è meno forte dal punto di vista sonoro ma anche lei rotola. E’ una grande canzone d’amore, senza vendetta; del resto, io non posso vivere con te e nemmeno senza di te è una grande dichiarazione d’amore. Bono non l’ha ancora sentita e spero non mi tiri le orecchie, ma credo che gli piacerà>>.

Un tocco personale e inconfondibile per ognuno dei brani. Una collezione di pezzi che spazia in un repertorio molto vasto.
“Discover II”, nella sua versione standard – che vede anche le collaborazioni con Paul Young in “I See A Darkness” e Oma Jali, vocalist e corista che da anni accompagna Zucchero in tour in tutto il mondo, in “Se Non Mi Vuoi” – è composto da 13 brani ed esce in formato CD, DOPPIO LP e DIGITALE e, in esclusiva sullo store di Universal Music Italia, in formato CD autografato e in DOPPIO LP arancione autografato.

Ma è la versione box deluxe in tiratura limitata e numerata a sbalordire: sempre disponibile in esclusiva sullo store dell’etichetta, include 5 bonus track su doppio supporto, TRIPLO LP giallo trasparente e CD deluxe. E’ solo in questo cofanetto che si trovano Senza Una Donna (Without A Woman) con Jack Savoretti; Moonlight Shadow con Irene Fornaciari; Just Breathe con Russell Crowe; Overdose D’Amore 2024 in featuring con Salmo e Io Vivo (In Te).

E a proposito di collaborazioni, su quella atipica con Russel Crowe, vengono alla luce altri aneddoti:
<<Sono sempre stato un fan di Russel Crowe come attore, ed ora lo sono anche un po’ come cantante. L’ho incontrato per la prima volta quando ho suonato al Sidney Opera house e l’ho rivisto quando sono andato al trentennale di Bocelli a Lajatico. Da un “I love you, ti ricordi, come stai?” alla fine mi ha detto che avremmo dovuto fare qualcosa insieme e mi ha invitato ad un suo concerto in Italia. Era a La Spezia, ero curioso e sono stato colpito favorevolmente: è accompagnato da una band di australiani molto bravi e quando canta canzoni nella medio bassa tonalità, per esempio ha fatto due canzoni di Johnny Cash, canta molto bene e gli viene fuori questo bel vocione. Così, finito il concerto, all’ennesima Guiness, abbiamo deciso di fare questa canzone di Eddie Vedder, colonna sonora di un film che mi è piaciuto moltissimo che è “Into the Wild”>>.

Nel frattempo e dopo il grande successo dell’Overdose d’amore World Tour che lo scorso anno ha attraversato 3 continenti e ha superato 1 milione di spettatori, per Zucchero “Sugar” Fornaciari – che ha annunciato nuove date negli stadi italiani il prossimo giugno – si apre l’ipotesi del Circo Massimo a Roma; ma di sicuro, e lo conferma Ferdinanzo Salzano di Friend & Partners:
<<La celebrazione della carriera del più grande bluesman italiano, con un percorso musicale straordinario, proseguira negli stadi anche nel 2026>>.

La scaletta sarà imprevedibile, anche perchè, continua Zucchero, <<Sono fortunato ad avere una band onestamente molto preparata, in cui alcuni sono con me dall’inzio ed altri comunque da 25 anni, per cui conoscono tutto il mio repertorio e posso decidere all’ultimo momento di togliere dei pezzi o inserirne altri, senza bisogno di provare. E mi piace metterci a volte anche quello che sento che ho bisogno di fare in quel momento lì, sebbene non fosse previsto.
Quindi non so davvero come sarà la scaletta, ma mi piacerebbe fare alcune canzoni che non faccio da una vita come “Non ti sopporto più” o “Rispetto”; mentre“Donne” mi toccherà farla perchè compie 40 anni proprio il prossimo anno. Magari farò fare ‘du du du’ alle coriste. E’ l’unica cosa che mi frena di quella canzone>>.

A latere, per chi se lo fosse perso, il film documentario uscito nel 2023 nelle sale cinematografiche “Zucchero – Sugar Fornaciari” – diretto da Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano, che racconta la vita e la carriera di Zucchero attraverso immagini inedite dei suoi archivi privati e momenti tratti dal suo recente World Wild Tour – verrà rilasciato anche sulle piattaforme di streaming Amazon, Apple TV, e Google Play nei paesi anglofoni, con distribuzione prevista anche in America Latina e in Italia.




C'è 1 Commento

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  1. Alighieri Dante

    Credo che Adelmo Fornaciari non abbia contezza della citazione con cui apre la sua canzone. E si permette perfino di associare “il mare” all’amor che move il sole e l’altre stelle. Poveri noi.


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