Dopo il successo riscosso all’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, Enrico Magnani espone per la prima volta in Italia le opere pittoriche della collezione “Supernova”, in dialogo con gli affreschi della Sala del Cenacolo presso la Camera dei deputati (Complesso di Vicolo Valdina, Piazza Campo Marzio 42, Roma).
Curata da Francesca Barbi Marinetti e Simona Cigliana, l’esposizione “Supernova – Figurazioni cosmiche” sarà inaugurata giovedì 1 febbraio, alle ore 16.30. La mostra è organizzata da D.d’Arte con il sostegno di Coopservice, Kaiti Expansion ed Espresso Bolognese.
Curata da Francesca Barbi Marinetti e Simona Cigliana, l’esposizione “Supernova – Figurazioni cosmiche” sarà inaugurata giovedì 1 febbraio, alle ore 16.30. La mostra è organizzata da D.d’Arte con il sostegno di Coopservice, Kaiti Expansion ed Espresso Bolognese.
In esposizione, tredici opere ad acrilico su pannelli multistrato di cartone ed alluminio, dipinte dall’artista senza mai toccare il supporto, né con le mani, né con i pennelli. A veicolare il colore sono, infatti, getti d’aria e d’acqua tesi a riprodurre le esplosioni nucleari che caratterizzano la fase finale della vita di una stella. Simbolo di morte e rinascita, la collezione “Supernova” trova eco nella figura del Cristo che domina il grande affresco della Sala del Cenacolo dedicato all’Ultima Cena, realizzato da un autore ignoto alla fine del Cinquecento.
“La significativa coincidenza del numero delle opere esposte con quello dei convenuti al Cenacolo – spiega l’architetto Francesco Lenzini, ideatore dell’allestimento – ha suggerito un ulteriore registro narrativo, che si materializza attraverso la disposizione dei pezzi in mostra nello spazio. Una forma inclusiva che ci accoglie e in qualche misura ci rende partecipi di un mistero cosmico, che può essere letto tanto in chiave scientifica quanto in chiave mistica, aprendosi alla nostra interpretazione”.
“Nebulose, ammassi stellari, galassie in formazione, colorate nubi di gas cosmici… La mostra di Enrico Magnani – scrive Simona Cigliana – ci trasporta in una ambientazione siderale, in cui l’infinitamente grande si fa specchio dell’infinitamente piccolo e in cui l’osservazione dei fenomeni celesti ci proietta in una dimensione psichica, meditativa, di straordinaria forza visionaria”.
“L’arte per Enrico Magnani – conclude Francesca Barbi Marinetti – è uno strumento di ricerca e conoscenza. I simboli, in quanto riferimenti universali da cui si sviluppano tutte le scienze e le arti, permettono l’accesso a mondi più grandi, impenetrabili con la sola logica. L’arte funge da catalizzatore che permette di stimolare regioni mentali non consapevolmente vigili e avvicinarci a verità sommerse attraverso processi intuitivi e prefiguratori”.La mostra sarà aperta al pubblico fino all’8 febbraio 2018, da lunedì a venerdì con orario 10.00-18.00, chiuso sabato e domenica. Ingresso libero con documento d’identità valido.
Catalogo (Kaiti Expansion Editore, 2018) disponibile in loco.
L’artista. Enrico Magnani è un artista italiano nato nel 1972. Approdato definitivamente all’arte dopo un eclettico percorso che lo ha visto per anni anche ricercatore scientifico nella fusione nucleare, ad un certo punto della sua carriera ha sentito l’esigenza di servirsi dell’arte per poter procedere in quei sentieri angusti della conoscenza dove la speculazione puramente razionale non basta, ed è quindi necessario attingere anche all’emozione, a quell’intuizione non irrazionale, ma “diversamente razionale” che solo l’arte, a un certo livello di sviluppo, permette di esprimere. Dopo la sua prima fase figurativa in cui dipinge esclusivamente corpi e volti con l’esplicito intento di “amplificare per scioccare”, rappresentato dalle gallerie di Milano e Nizza (1997-2003) e in alcune collettive a Venezia, Innsbruch e Palmi, Magnani entra in un periodo di transizione che definisce “Black out di significato”, ovvero una mancanza di fede nel contenuto del messaggio delle sue opere, che gli fa perdere lo slancio per le esposizioni pubbliche, ma non il desiderio di ricercare e di dipingere. Lasciata Milano per Parigi (2004-2006), lavora sempre sulla figura umana che si trasforma e diventa più pulita e simbolica. Sarà però solo in Germania, a Karlsruhe (2006-2011), che approderà definitivamente ad una pittura completamente astratta, materica e simbolica, con un messaggio più elevato e, questa volta, “degno di essere nuovamente veicolato”. Nel 2010 in Germania, sostenuto dal direttore Robert Walter, presso la Fondazione Centre Culturel Franco-Allemand di Karlsruhe presenta per la prima volta le sue opere astratte. Sempre lo stesso anno, a Torino, vince l’Internazionale Italia Arte e comincia una duratura e proficua collaborazione con il Museo MIIT e il suo direttore Guido Folco. Negli anni successivi, sotto la curatela di Guido Folco, le sue opere saranno esposte in importanti mostre collettive in diverse capitali europee (Praga, Sofia, Copenhagen, Vienna, Colonia, Berlino, Londra, Roma) a fianco di grandi nomi del panorama artistico Italiano tra cui Modigliani, De Grada, Funi, Treccani, Boetti, Annigoni, Guttuso, Messina e Sassu. Sempre nel 2010 esce il libro “Interview with Myself” in cui l’artista spiega le scelte che lo hanno portato ad abbandonare il mondo della ricerca scientifica per dedicarsi interamente all’arte, l’abbandono della pittura figurativa e il ritrovato messaggio che si prefigge di comunicare con le sue opere astratte. Nel 2011 espone per la prima volta negli Stati Uniti in una mostra collettiva alla 33 Contemporary Gallery presso lo Zhou Brothers Art Center di Chicago iniziando una collaborazione tutt’ora in corso. Sempre nel 2011 va ricordata la sua partecipazione alle mostre “Arte Italiana Contemporanea” presso l’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen e “L’unità dell’Arte, l’arte dell’Unità”, a Roma, presso il Complesso dei Dioscuri del Quirinale. Nel 2012 realizza una personale presso l’Altes Dampfbad di Baden-Baden (Germania) e due collettive negli Istituti di Cultura di Sofia e di Colonia. Sempre lo stesso anno comincia la sua collaborazione con l’Akbaraly Foundation con la mostra a scopo benefico “Imagine” tenutasi presso la Fondazione AEM di Milano. Nel 2013 realizza due importanti personali: “Mystical Treasures” presso l’istituto Italiano di Cultura di Stoccarda e “Harmonices Mundi” presso l’istituto Italiano di Cultura di Praga; quest’ultima ispirata alle tematiche più mistiche di Johannes Kepler e realizzando per l’occasione un’opera dedicata e donata alla città di Praga in presenza del sindaco e del corpo diplomatico Italiano. Sempre nel 2013 è da ricordare la sua partecipazione alla collettiva “Ad Aeternum” presso il Palazzo Pontificio Maffei Marescotti a Città del Vaticano. Nel dicembre 2014, presso il Museo Internazionale Italia Arte di Torino, realizza una retrospettiva dal titolo “Mystical Treasures – Opere dal 2007 al 2014” accompagnata da un catalogo antologico che raccoglie per la prima volta le opere del suo periodo astratto. Sempre nel 2014, a Vienna, presso l’Istituto Italiano di Cultura, nella collettiva “Sentieri di Pensieri”, espone per la prima volta un’opera-abito-indossata che sarà poi pubblicata dal quotidiano nazionale “La Stampa”.
Nel 2015 una sua opera viene esposta nella mostra “From Picasso to contemporary artists” presso l’Oud Sint Jan Museum di Bruges, in Belgio. Nell’ottobre dello stesso anno porta il suo progetto artistico “Cosmic Hug – Connecting art and people together” alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano con un evento a favore della Akbaraly Foundation presentato da Alessandro Cecchi Paone e seguito da “Vogue Italia”. La sua disponibilità verso iniziative di Charity lo ha coinvolto a sostenere associazioni come la Akbaraly Foundation (Madagascar), United Charity (Germania) e l’Onlus RING14 (Italia). Nell’aprile 2016, su invito del direttore Giovanni Sciola, ritorna all’Istituto di Cultura di Praga con la personale “Magnum Opus” in concomitanza con il convegno accademico internazionale “Bramosia dell’Ignoto”. Nel maggio del 2016, a Chicago, presso lo Zhou Brothers Art Center, crea la collezione “Universal Flag” esposta nell’omonima personale, curata da Sergio Gomez presso la ACS Gallery.
Nel novembre dello stesso anno viene realizzato il film documentario “Enrico Magnani – Mystical Treasures”, diffuso su canali nazionali. Nel febbraio del 2017 tiene la mostra antologica, “L’oro della Terra”, a cura di Massimo Mussini, presso i Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia. Nel mese di settembre, le opere inedite della nuova collezione, intitolata “Supernova”, sono infine esposte all’Istituto Italiano di Cultura di Chicago.
Catalogo (Kaiti Expansion Editore, 2018) disponibile in loco.
L’artista. Enrico Magnani è un artista italiano nato nel 1972. Approdato definitivamente all’arte dopo un eclettico percorso che lo ha visto per anni anche ricercatore scientifico nella fusione nucleare, ad un certo punto della sua carriera ha sentito l’esigenza di servirsi dell’arte per poter procedere in quei sentieri angusti della conoscenza dove la speculazione puramente razionale non basta, ed è quindi necessario attingere anche all’emozione, a quell’intuizione non irrazionale, ma “diversamente razionale” che solo l’arte, a un certo livello di sviluppo, permette di esprimere. Dopo la sua prima fase figurativa in cui dipinge esclusivamente corpi e volti con l’esplicito intento di “amplificare per scioccare”, rappresentato dalle gallerie di Milano e Nizza (1997-2003) e in alcune collettive a Venezia, Innsbruch e Palmi, Magnani entra in un periodo di transizione che definisce “Black out di significato”, ovvero una mancanza di fede nel contenuto del messaggio delle sue opere, che gli fa perdere lo slancio per le esposizioni pubbliche, ma non il desiderio di ricercare e di dipingere. Lasciata Milano per Parigi (2004-2006), lavora sempre sulla figura umana che si trasforma e diventa più pulita e simbolica. Sarà però solo in Germania, a Karlsruhe (2006-2011), che approderà definitivamente ad una pittura completamente astratta, materica e simbolica, con un messaggio più elevato e, questa volta, “degno di essere nuovamente veicolato”. Nel 2010 in Germania, sostenuto dal direttore Robert Walter, presso la Fondazione Centre Culturel Franco-Allemand di Karlsruhe presenta per la prima volta le sue opere astratte. Sempre lo stesso anno, a Torino, vince l’Internazionale Italia Arte e comincia una duratura e proficua collaborazione con il Museo MIIT e il suo direttore Guido Folco. Negli anni successivi, sotto la curatela di Guido Folco, le sue opere saranno esposte in importanti mostre collettive in diverse capitali europee (Praga, Sofia, Copenhagen, Vienna, Colonia, Berlino, Londra, Roma) a fianco di grandi nomi del panorama artistico Italiano tra cui Modigliani, De Grada, Funi, Treccani, Boetti, Annigoni, Guttuso, Messina e Sassu. Sempre nel 2010 esce il libro “Interview with Myself” in cui l’artista spiega le scelte che lo hanno portato ad abbandonare il mondo della ricerca scientifica per dedicarsi interamente all’arte, l’abbandono della pittura figurativa e il ritrovato messaggio che si prefigge di comunicare con le sue opere astratte. Nel 2011 espone per la prima volta negli Stati Uniti in una mostra collettiva alla 33 Contemporary Gallery presso lo Zhou Brothers Art Center di Chicago iniziando una collaborazione tutt’ora in corso. Sempre nel 2011 va ricordata la sua partecipazione alle mostre “Arte Italiana Contemporanea” presso l’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen e “L’unità dell’Arte, l’arte dell’Unità”, a Roma, presso il Complesso dei Dioscuri del Quirinale. Nel 2012 realizza una personale presso l’Altes Dampfbad di Baden-Baden (Germania) e due collettive negli Istituti di Cultura di Sofia e di Colonia. Sempre lo stesso anno comincia la sua collaborazione con l’Akbaraly Foundation con la mostra a scopo benefico “Imagine” tenutasi presso la Fondazione AEM di Milano. Nel 2013 realizza due importanti personali: “Mystical Treasures” presso l’istituto Italiano di Cultura di Stoccarda e “Harmonices Mundi” presso l’istituto Italiano di Cultura di Praga; quest’ultima ispirata alle tematiche più mistiche di Johannes Kepler e realizzando per l’occasione un’opera dedicata e donata alla città di Praga in presenza del sindaco e del corpo diplomatico Italiano. Sempre nel 2013 è da ricordare la sua partecipazione alla collettiva “Ad Aeternum” presso il Palazzo Pontificio Maffei Marescotti a Città del Vaticano. Nel dicembre 2014, presso il Museo Internazionale Italia Arte di Torino, realizza una retrospettiva dal titolo “Mystical Treasures – Opere dal 2007 al 2014” accompagnata da un catalogo antologico che raccoglie per la prima volta le opere del suo periodo astratto. Sempre nel 2014, a Vienna, presso l’Istituto Italiano di Cultura, nella collettiva “Sentieri di Pensieri”, espone per la prima volta un’opera-abito-indossata che sarà poi pubblicata dal quotidiano nazionale “La Stampa”.
Nel 2015 una sua opera viene esposta nella mostra “From Picasso to contemporary artists” presso l’Oud Sint Jan Museum di Bruges, in Belgio. Nell’ottobre dello stesso anno porta il suo progetto artistico “Cosmic Hug – Connecting art and people together” alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano con un evento a favore della Akbaraly Foundation presentato da Alessandro Cecchi Paone e seguito da “Vogue Italia”. La sua disponibilità verso iniziative di Charity lo ha coinvolto a sostenere associazioni come la Akbaraly Foundation (Madagascar), United Charity (Germania) e l’Onlus RING14 (Italia). Nell’aprile 2016, su invito del direttore Giovanni Sciola, ritorna all’Istituto di Cultura di Praga con la personale “Magnum Opus” in concomitanza con il convegno accademico internazionale “Bramosia dell’Ignoto”. Nel maggio del 2016, a Chicago, presso lo Zhou Brothers Art Center, crea la collezione “Universal Flag” esposta nell’omonima personale, curata da Sergio Gomez presso la ACS Gallery.
Nel novembre dello stesso anno viene realizzato il film documentario “Enrico Magnani – Mystical Treasures”, diffuso su canali nazionali. Nel febbraio del 2017 tiene la mostra antologica, “L’oro della Terra”, a cura di Massimo Mussini, presso i Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia. Nel mese di settembre, le opere inedite della nuova collezione, intitolata “Supernova”, sono infine esposte all’Istituto Italiano di Cultura di Chicago.
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