Il Comitato “Endometriosi: Firma Adesso!” annuncia la riapertura della raccolta firme online, in previsione delle elezioni regionali di novembre. L’obiettivo è fare rumore e amplificare la voce delle migliaia di cittadini (oltre 15.000 ad oggi) che hanno già firmato la petizione per ottenere un riconoscimento e un miglioramento dei percorsi di cura per l’endometriosi, una patologia che colpisce milioni di donne in Italia.
La questione è rimasta in sospeso in Assemblea Legislativa in Emilia Romagna, ma grazie alla crescente sensibilità dell’opinione pubblica e all’impegno delle associazioni coinvolte, si assiste ad un’apertura politica. La portavoce del movimento, Sara Beltrami, spiega che “Riaprire la raccolta firme è un segnale forte. Non possiamo permettere che il tema dell’endometriosi venga dimenticato, soprattutto ora che c’è un’apertura politica. Vogliamo che le firme raccolte siano rispettate e che si passi finalmente all’azione, e su questo fronte stiamo incontrando i gruppi politici.”
Questo momento cruciale offre al Comitato una nuova opportunità per spingere ulteriormente il tema in agenda e rispondere alle richieste delle persone che hanno già sostenuto la causa.
“L’endometriosi è una patologia complessa e debilitante. Il nostro obiettivo è ottenere un miglior accesso a diagnosi tempestive e cure specializzate. La petizione rappresenta un passo fondamentale per assicurare che la salute delle donne affette da endometriosi diventi una priorità per il Sistema Sanitario Nazionale. L’Emilia Romagna può essere ancora una volta apripista per importanti cambiamenti in tema di salute femminile, come già avvenuto in passato.” Aggiunge la Dott.ssa Maria Celeste Esposto, Ginecologa e Fondatrice dell’associazione di cura pro-bono Endo-Care.
Dopo mesi di silenzio e la poca chiarezza sulle misure promesse dal Governo riguardo alla gratuità delle cure per l’endometriosi, un segnale forte è ormai urgente. La Dott.ssa Santagostini Presidente di Aendo, Associazione Italiana Dolore Pelvico ed Endometriosi, spiega come la mancanza di chiarezza sulla gratuità delle cure per l’endometriosi, unita alle lunghe liste d’attesa per ottenere diagnosi e trattamenti adeguati, rende indispensabile un segnale politico forte e immediato. Troppe donne sono costrette ad aspettare mesi, se non anni, per ricevere le cure di cui hanno bisogno”.
“L’unione di tante realtà e cittadini è la nostra forza. Siamo qui per dare voce a tutte le donne che non hanno più la forza di lottare da sole. La petizione è il nostro megafono per chiedere equità, rispetto e cure adeguate.”, conclude Vania Mento, Presidente e fondatrice di “La voce di una è la voce di tutte” di ritorno da un evento sul tema presso la Camera dei Deputati.
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