Giovedì 18 febbraio l’assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini, rispondendo a margine di una videoconferenza a una domanda sul possibile ritorno della regione in “zona arancione”, ha espresso dubbi sull’attuale metodo di suddivisione del territorio italiano in aree con restrizioni differenziate a seconda del colore assegnato.
“Noi siamo in bilico e aspettiamo di capire le determinazioni del governo, ma mi chiedo se questa sia la strategia giusta”, ha detto Donini: “Siamo in una situazione che vede ancora il virus circolare a livello nazionale e internazionale. Mi chiedo, tutte le volte, sia che si vada in zona gialla che in zona arancione, quanto sia efficace questa strategia dell’Italia maculata nella quale il virus rimbalza, si impenna e poi decresce nelle varie regioni. E quanto invece sarebbe più utile una visione generale del nostro Paese, magari intervenendo nelle situazioni circoscritte dove ci sono espressioni di forte propagazione del virus o pericolosi scenari di focolai”.
In Emilia-Romagna, ha poi aggiunto l’assessore Donini, c’è una situazione “non superiore al livello di guardia per quello che riguarda i ricoveri”: la regione è infatti ampiamente sotto la soglia del 30% dei posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva e sotto la soglia del 40% di occupazione dei letti nei reparti Covid. I contagi, invece, “sono tendenzialmente in aumento”, anche a causa del diffondersi delle mutazioni genetiche del virus Sars-Cov-2 (le cosiddette varianti).
“A mio giudizio il governo – ha concluso Donini – dovrebbe tenere conto di vari fattori, di vari indicatori, certamente la propagazione del virus da un lato ma anche una situazione che ad oggi non è a livello di guardia per quello che riguarda la saturazione degli ospedali”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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