Il primo weekend dell’Italia in giallo è ormai alle porte. Le grandi città varano piani sicurezza ad hoc per evitare le scene che hanno invaso social network e quotidiani appena una settimana fa, alla vigilia dell’addio al rosso e arancione.
Nelle prossime ore ci saranno la cabina di regia del ministero della Salute e poi le eventuali ordinanze del ministro Roberto Speranza, se qualche regione dovesse registrare un peggioramento della situazione. Che secondo la Fondazione Gimbe già c’è: nell’ultima settimana è risalito l’incremento dei nuovi casi in 9 regioni e in 5 si registra un aumento dell’incidenza su 100mila abitanti. Una delle 9 è la Campania e la regione sta valutando un nuovo stop per le lezioni in presenza, che sono riprese solo il 1 febbraio. Rischia anche l’Umbria, che potrebbe diventare rossa: al di là dei numeri (Rt a 1,14, occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica sopra la soglia critica e un rischio complessivo alto per 3 o più settimane), a preoccupare sono i casi legati alla variante brasiliana. Ne sarebbero stati individuati già diverse decine, soprattutto nella provincia di Perugia dove c’è un’incidenza di 273,38 casi ogni 100mila abitanti. E preoccupa l’Abruzzo, dove si stima che il 40% dei casi emersi a Pescara negli ultimi giorni siano dovuti alla variante inglese. Non dovrebbero invece cambiare colore la provincia di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, che nelle mappe dell’Unione europea sono classificate come zone ad alto rischio e posizionate in ‘rosso scuro’, quelle dove si registra un’incidenza superiore ai 500 casi ogni 100mila abitanti. Almeno sulla base dei primi dati, Bolzano rimarrà in arancione, anche se secondo il Gimbe ha un incremento del 10,1% dei casi, e il Friuli in gialla.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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