Editoriale. Libertà di maglietta

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Il brutto segnale non consiste nel fatto che il cliente di un ristorante indossi una maglietta recante la scritta “Benito santo subito”: in tutto il mondo di quel che sta scritto sulle t-shirt ciascuno è responsabile, ci si veste come si vuole, nei paesi civili c’è libertà di maglietta, anche la più sgradevole ai nostri occhi, anche se non ci piace, anche se non appartiene al nostro senso estetico, dipende semplicemente dai punti di vista. La differenza tra una società libera e democratica e una dittatura totalitaria consiste esattamente in ciò che il presidente del consiglio comunale di Reggio Emilia, Matteo Iori, non ha compreso affidando a Facebook il suo scandalo per una maglietta paraducesca, innocua nella sua inutilità e certamente distante da qualsiasi minimo senso di eleganza.

Iori parla come un talebano afghano, un integralista islamico, di quelli che vietano alle donne persino il diritto di esprimere la propria voce. E quel che è veramente grave nella sua irresponsabilità consiste nell’avere denunciato facendone il nome il ristorante in cui venerdì sera, tra i clienti, si trovavano sia lui sia il pericoloso agitatore neofascista. Il danno commerciale inferto al locale derivante dall’iniziativa di Iori testimoniato da decine di commenti al post meriterebbe un risarcimento o perlomeno una denuncia. Il vero “brutto segnale” è che tale atto sia stato commesso da un amministratore pubblico, un signore ben pagato dai contribuenti non certo per attaccare un’impresa commerciale e i lavoratori che vi operano.

Il signor Iori pretenderebbe un’analisi dei clienti del ristorante di un’attività in base agli abiti che indossa. Significa non avere idea di quanto sia faticoso far tornare i conti di un’azienda. Significa essere fuori dal mondo reale, quello che lavora, si arrabatta, corre da mane a sera per arrivare a fine mese. Selezionare i clienti è una roba alla Briatore, per capirci. Dio ci liberi da questo fetido bigottismo pseudo-antifascista esibito per pura ricerca di like.




Ci sono 2 commenti

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  1. Primitivo

    Condivido il pensiero di Fangareggi. Solo ora apprendo il polverone mediatico. Che vadano su Mediaset perbacco !
    Ogniuno la pensa come vuole. Improponibile pensare che torni il Fascismo, soprattutto perche’ c’e’ piu’ democrazia di prima. Purtroppo ci sono piu’ mass media che influenzano. Se Rai e Mediaset conducessero per un mese trasmissioni su questo tema, una parte degli italiani butterebbero dalla finestra TV e smart phone. Un’ altra parte creerebbe discussioni incredibili in ogni luogo. Propendo per la prima azione. La gente crede nel fare. Tutto qui.
    Molta comunicazione e’ superficiale. Il gossip politico e’ molto apprezzato dagli editori italiani. Ma si spera che qualcuno raggiunga degli obbiettivi.

    La vicenda della maglietta, sa di storiella per film alla mimi’ metallurgico. Ma visto che la comunicazione italiana e’ spesso gossip politico, allora ci sta pure la storiella della maglietta. Magari ne faranno un film, ma non cambiera’ le leggi a favore dei cittadini. Le vere abilita’ del politico sono quelle di modificare le leggi a favore del cittadino, implementare le infrastrutture, restaurare.

    Scusate le due parole.

  2. Panariello che imita briatore

    Veramente selezionare i clienti è una attività di base che ogni imprenditore che vuole sopravvivere dovrebbe fare come prima cosa. Un locale che prende chiunque non esiste. Come selezionare e in base a quali parametri sono le scelte imprenditoriali. Provate ad andare a mangiare in ciabatte e canottiera in molti ristoranti fighetti del centro di reggio e vedrete se non esiste la selezioni in base ai vestiti. Detto questo, ci associamo alla battaglia di Iori, combattere il neofascismo lasciando le teeshirts low cost nel cassetto e indossare solo le polo firmate italian independents! Gracias!


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