Editoriale. Dove sono i cristiani

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Affronto volentieri l’impopolarità e mi chiedo: dove sono i cristiani, anzitutto i cattolici, dinanzi alla riduzione festaiolo-iperconsumista di un rito commerciale e pagano, di origini celtiche ma cresciuto in due secoli negli Usa, che ha sostituito il senso della fede più ingenua, per chi ce l’ha, e vorrebbe perlomeno riflettere sulla memoria dei grandi uomini che da duemila anni portano avanti questo corpaccione della cosiddetta Chiesa universale?

Forse non li vedo, forse frequento altri cenacoli. Ma chiunque appartenga alla mia generazione e a quelle precedenti, se non altro i sopravvissuti alla vacua dogmatica nell’ateismo e del materialismo storico pure da queste parti sfortunatamente assai diffuso, ha bene ancora in mente pratiche e dottrine di una fede tanto semplice quanto intimamente vera. Non mi rivolgo alle gerarchie ecclesiastiche, bensì a me stesso.

Come posso ridurre all’ambiguo concetto di secolarizzazione questo becerume casinista che niente insegna ai più giovani e ne confonde il dialogo interiore? Non credo sia necessario rivolgersi a Karl Barth per stabilire l’alterità assoluta tra quel che è di Dio e quel che è di Cesare. Ma esiste ancora un prete, un diacono, una signora religiosa che va a messa ogni mattina capace di portare senza timidezza quel messaggio rivoluzionario arrivato fin qui, e regolarmente osteggiato dal cosiddetto mainstream? O aspettiamo il Black Friday come Natale anticipato?




There are 3 comments

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  1. Frassino

    Si inizia dalle nostre celebri scuole d’infanzia a non traumatizzare i bambini con la vista di un Crocifisso, il Natale è quella festa il cui unico protagonista è Babbo Natale, e, come disse il sindaco di Bologna Lepore, commentando i manifesti di pro-vita e famiglia strappati dalle femministe, “lasciamoli crescere in serenità e poi quando verrà il momento sceglieranno liberamente il sesso a cui vorranno appartenere”. Il frutto della cultura post comunista e radicale mescolata con quella liberale capitalistica ha generato una società i cui valori sono ricchezza da perseguire in tutti modi e divertimento di ogni tipo. Poi si finge di essere scandalizzati davanti a omicidi efferati che coinvolgono donne, adolescenti e bambini: sono le conseguenze, per quanto a livello estremo, dell’aver marginalizzato Dio, di cui l’uomo attuale sente più fastidio che bisogno.

  2. Maria Paola Bertorello

    Stessa storia per l’albero di natale e babbo natale ormai parte delle nostre tradizioni o almeno di quelle dei nostri figli e nipoti.

    • Antonella

      Dopo radicale chic , zecca , anticristiana , sono pure vacua .
      La spiritualità vera non ha liturgie e non si fa scalfire dalle chiese e dai culti, men che meno dalle feste . I bambini si divertono ? Beati loro in tempi in cui oscurantismo conservatorismo tradizionalista ammuffito , in nome di uno identitarismo , anche religioso, che divide culture e popoli è imperante.
      Fra l’altro fra festeggiare le streghe e un bue e un asinello , preferisco le streghe . Sono state sempre perseguitate mai fra i persecutori.


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