Editoriale. Da Soumahoro alla Salis

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Dopo aver portato in Parlamento il famigerato Soumahoro, l’eroe degli immigrati sfruttati con moglie e suocera che si pappavano in gioielli e griffes haute couture i quattrini destinati alle cooperative sociali, il deputato verde Angelo Bonelli si è alleato per praticità con la coppia gauche caviar Nicola Fratoianni e Elisabetta Piccolotti, proprietari in famiglia di Sinistra italiana, due stipendi parlamentari per almeno cinque anni, siamo sui 30mila euro mensili, soluzione sentimentale assai concreta per combattere a difesa degli sfruttati e dei diseredati della Terra. Ora il lumino ecologico del triangolo si è dovuto digerire all’Europarlamento perfino una scappata di casa occupatrice di case d’altri, dedita alle spedizioni punitive contro i neonazisti ungheresi e per questo in attesa di processo, rimbalzata dalle carceri di Budapest direttamente alle aule di Bruxelles e di Strasburgo.

Debitrice verso l’ente case popolari di Milano per avere vissuto per lungo tempo a scrocco in un appartamento che non le spettava, la signora Ilaria Salis e il suo rumoroso papà hanno fatto sapere che i 90mila euro dovuti al fisco non verranno assolutamente mai saldati in quanto non dovuti, e questo nonostante che la fresca deputata europea si appresti a intascare uno stipendio annuale superiore ai 200mila euro per cinque anni. D’altronde, non c’è problema: dalla villa di Foligno da cui dirige con l’onorevole moglie le lotte contro il capitalismo, Fratoianni ha rassicurato la Salis perché “occupare case sfitte non è reato”. Chissà se se la ospiterebbe in villa per un soggiorno vitalizio, il bel segretario neocomunista che tiene famiglia e privilegi. Con Bonelli maggiordomo.

 




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