Un centinaio di euro (mediamente) in busta paga in più per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, 20 euro in meno di canone Rai, asilo gratis dal secondo figlio in poi, rivalutazione delle pensioni di chi la pensione la prende da tempo, ma tempi più lunghi per chi ci vuole andare, nessuna tassa di successione. Queste le principali voci della Manovra 2024 varata oggi dal Governo Meloni “a tempo di record: poco più di un’ora a dimostrazione dell’unità di vedute del Cdm della maggioranza che sostiene il governo”, ha detto la premier durante la conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato la manovra.
La manovra vale complessivamente “poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. E’ una manovra che considero molto seria, molto realistica che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità continuando a seguire la visione che il governo ha messo dall’inizio del suo mandato, nonostante il quadro complesso – ha detto Meloni – Il quadro è chiaramente abbastanza complesso: noi nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di superbonus. L’aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio”.
“Le poche risorse di cui disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha più bisogno”, quindi “continuiamo il lavoro sulle pensioni più basse”, ha rimarcato la premier. Dunque ulteriori risorse a favore chi è già in pensione, e magari lo è con pochi anni di contributi, ma al contempo nuove penalizzazioni a chi ha già 40 e più anni di lavoro alle spalle e – con l’abrogazione di quota 103 e la nuova quota 104 – dovrà continuare a farlo.
Con il cuneo 100 euro al mese per 14 milioni cittadini
Le priorità che “che avevamo annunciato vengono confermate: difendere potere acquisto ovvero più soldi in busta paga per i redditi medio bassi, con il taglio del cuneo di 6 punti per chi ha fino 35mila e di 7 punti fino a 25mila. E’ un aumento in busta paga che mediamente corrisponde circa 100 euro al mese per una platea circa 14 milioni di cittadini”, ha spiegato la premier Meloni. “Eliminiamo il secondo scaglione e estendiamo fino a 28mila euro di reddito il primo, quello con aliquota al 23% che vale oggi per i redditi fino a 15mila euro”, ha spiegato la premier. “Il beneficio entra in vigore per tutti ma per ora lo sterilizziamo per i redditi più alti, quelli sopra i 50mila euro, con una franchigia sulle detrazioni fiscali. Quindi è una misura che vedranno in busta paga solo i redditi medio bassi”. In pratica chi guadagna più di quella cifra si vedrà ridurre le detrazioni di 260 euro, esattamente il vantaggio di cui godrebbe grazie all’intervento sulle aliquote. A essere interessati dalla riduzione saranno gli sconti del 19% per le erogazioni liberali a favore delle Onlus, dei partiti e del Terzo settore oltre alle detrazioni sui premi per l’assicurazione sulle calamità.
Canone Rai
Ci sarà un primo intervento sul canone Rai che sarà tagliato dalla bolletta dei contribuenti. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa che ha approvato la legge di Bilancio, precisando che “scenderà da 90 a 70 euro annuali”. “Ci sarà una riduzione da 20 euro a 15 euro del canone”, ha invece detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al termine del Cdm.
Pensioni
“Sarà molto più restrittivo l’accesso al pensionamento anticipato – ha annunciato il minmistro Giorgetti –. Non ci sarà più né l’Ape sociale, né quota 103 nelle forme previste l’anno scorso: Opzione donna confluisce nella flessibilità in uscita, mentre su Quota 103 abbiamo innalzato l’età in uscita, ma non è quota 104 piena perché ci sono incentivi a rimanere a lavoro”. Bocciata dunque definitivamente la tanto strombazzata “quota 41 per tutti” cavallo di battaglia elettorale della Lega (ed in particolare di Salvini). Al contrario, i 41 di contributi dal prossimo anno non basteranno più nemmeno a chi raggiungerà i 62 anni d’età (come ora), in quanto ne occorrerà uno in più (63 anni) rispetto agli attuali 62. I dettagtli non sono stati ancora illustrati, ma quel che è certo è che un “Quota 104” compare in un titolo dell’indice della bozza della legge di Bilancio, così come compare Ape 2024. L’ipotesi, dunque, è che al posto dell’attuale Quota 103 (composta da 62 anni di età e da 41 anni di contributi) scatterà dal primo gennaio prossimo Quota 104 (composta da un anno di età in più, da 62 a 63, e da 41 anni di contributi). Un deciso peggioramento rispetto alla quota 100 che tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021 – grazie al governo 5Stelle/Lega – permetteva di andare in pensione con 62 anni d’età e appena 38 di contributi.
“Ape sociale e opzione donna saranno poi sostituiti da un fondo unico”, ha confermano la stessa premier Meloni.
La rivalutazione delle pensioni per il recupero dell’inflazione “cuba 14 miliardi di euro”, ha poi aggiunto Giorgia Meloni spiegando che ci sarà una rivalutazione del 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo, del 90% tra 4 e 5 volte il minimo e poi c’è un decalage. La rivalutazione viene confermata per le pensioni minime di chi ha più di 75 anni.
“Sempre sulle pensioni interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno”, cioè quelle interamente nel sistema contributivo. Quindi il governo ha eliminato il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale. “Secondo noi non è una misura corretta e lo abbiamo rimosso”: lo ha detto la premier Giorgia Meloni al termine del Cdm. Con questo provvedimento, di fatto, viene concessa la possibilità di smettere di lavorare pur con pensioni da fame, dell’ordine di poche centinaia di euro al mese.
Asilo gratis dal secondo figlio
“Dal secondo figlio l’asilo nido è gratis”, ha annunciato la presidente del Consiglio. “Prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico del lavoratore”, e “la quota del lavoratore per le madri con due e o tre figli la paga lo Stato”, ha detto Meloni, spiegando che “noi vogliamo stabilire che una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società e quindi lo Stato in parte compensa pagando i contributi previdenziali. Vogliamo smontare la narrativa per cui la natalità è un disincentivo al lavoro. Vogliamo incentivare chi mette al mondo dei figli e voglia lavorare”.
Tassa di successione
“Non c’è alcuna tassa di successione su chicchessia”. Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani parlando della conferenza stampa al termine del Cdm.
Tre miliardi in più al Fondo sanitario
Per il Servizio sanitario ci sono 3 miliardi aggiuntivi che portano il Fondo sanitario a 136. L’obiettivo principale è l’abbattimento delle liste di attesa da ottenere mettendo più soldi in busta paga a medici e infermieri attraverso la detassazione degli straordinari e anche con il soccorso delle strutture private accreditate: viene aggiornato il tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati.
7 miliardi per rinnovi contratti Pa, oltre 2 a sanità
“Un’altra misura che cuba una somma significativa riguarda gli aumenti contrattuali del pubblico impiego: complessivamente oltre 7 miliardi euro a disposizione del ministro Zangrillo, particolarmente per gli aumenti contrattuali, di cui oltre 2 miliardi riguardano sanità, cinque sono per i rimanenti settori”, ha dichiarato Meloni nel corso della conferenza stampa. La manovra prevede 3 miliardi in più sul piatto della sanità, ha aggiunto.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]