(Aggiornamento del 14 agosto) Come Fratelli d’Italia raccogliamo l’invito dell’Avvocato Luca Tadolini all’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia che così dichiara: “Richiesta di dimissioni del Procuratore Mescolini. L’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia si schieri. Quando iniziai la professione, alla prima udienza un anziano avvocato mi disse: “È la professione più bella perché ti consente di essere un uomo libero”. Bene. Ora è il momento di dimostrarlo. Sappiamo bene che dietro questo intreccio di magistratura e politica c’è il potere. E trovarsi di fronte al potere convince i più al silenzio. E poi c’è il timore di avere ripercussioni sulla professione. Basta. Questa non è la libera professione. Bisogna avere il coraggio di prendere posizione. Le ragioni proposte dal reggiano Marco Eboli per chiedere al procuratore un passo indietro sono legittime. Cosa dobbiamo leggere di più sui mezzi d’informazione? La richiesta è politica e morale perchè, diciamoci la verità, non ci sono strumenti di legge adeguati per venire a capo di questa situazione. Quindi si torna alla parola degli uomini liberi. L’Ordine degli l Avvocati di Reggio Emilia e il suo Presidente Celestina Tinelli sostenga la richiesta di dimissioni del Procuratore”.
La richiesta di valutare le dimissioni. Il portavoce di Fratelli d’Italia di Reggio Emilia, Marco Eboli, interviene sulla vicenda delle nomine dei magistrati in seno al Csm: “Il riaffiorare delle notizie sul caso Palamara, le spartizioni tra correnti del Consiglio superiore della magistratura, dei vertici delle Procure, è uno scandalo cui purtroppo, il presidente della Repubblica Mattarella, che presiede l’organo di autogoverno della magistratura, non vi ha posto rimedio, sino ad ora, con il doveroso scioglimento del Csm.
Anche la Procura della nostra città, e in particolare il procuratore capo Marco Mescolini è stato beneficiato da questo “gioco” delle pedine, aiutato a occupare il posto che occupa, dal magistrato reggiano Morlini, il quale fu intercettato a perorare la causa Mescolini con Palamara e successivamente nominato presidente della 5 commissione del Csm, quella che decideva le nomine. Finito nel vortice delle intercettazioni, si è dimesso dal Csm, ma è tornato a Reggio Emilia, a occupare il posto di prima, sotto la guida del procuratore capo Mescolini che aveva aiutato a giungere ai vertici dello nostra Procura. Tutto ciò non può essere ulteriormente ignorato.
Se un codice etico deve esserci per i politici, altrettanto vale per i magistrati, che nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbero essere liberi e indipendenti, ma se come ha dimostrato il caso Palamara, gli intrecci tra politica e magistratura, sono stati il modo per nominare i vertici giudiziari, allora il cittadino comune non può sentirsi garantito. Per dovere di cronaca, chi tirava politicamente le fila delle nomine era l’ex Ministro di Renzi, attualmente deputato Pd Lotti. Esiste quindi l’istituto delle dimissioni, di cui, il dottor Mescolini potrebbe avvalersi.
Le ragioni non sono solo quelle che ho citato. Nel corso delle scorse elezioni comunali del 2019 fu aperta una indagine dalla Procura di Reggio Emilia sulla maggioranza dei dirigenti del Comune di Reggio. Subito dopo il ballottaggio, che ha visto la rielezione del Sindaco Vecchi di centrosinistra, vi fu una seconda ondata di indagati. Il Procuratore capo Mescolini fece una conferenza stampa per comunicare che le indagini erano partite da tempo ma che, per non turbare l’esito delle elezioni, aveva deciso di rendere noto il nome dei nuovi indagati, ad elezioni concluse. Eccesso di garantismo o tifoseria di parte?
Sì, perché il dottor Mescolini, nel corso della sua carriera, prese un distacco per collaborare con un ministro del Governo di centrosinistra presieduto da Prodi. È lecito pensare che se il nome dei nuovi indagati fosse uscito durante le elezioni, si sarebbe potuto avere un risultato diverso?
Di fatto, da due anni, nulla si sa di quella indagine. Essendo un garantista mi metto nei panni di quei dirigenti che, se innocenti, sono sulla graticola. Se invece fossero colpevoli dovrebbero dimettersi. Dott. Mescolini, le rivolgo un appello e rifletta sulle scelte che può fare sulla prosecuzione della sua attività di Magistrato, a capo della Procura che ha visto celebrare il processo contro la ndrangheta Aemilia. Si guardi dentro, come uomo e faccia un esame di coscienza sulla decisione che potrà prendere. Nel frattempo, come fece una conferenza stampa dopo il ballottaggio, faccia sapere alla città qualcosa sulle indagini che riguardano i dirigenti del Comune di Reggio Emilia”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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