La recente notizia di cronaca relativa alla denuncia da parte dei carabinieri di Reggio di cinque persone che, nascondendo precedenti condanne per ‘ndrangheta, erano riuscite a ottenere l’accesso al reddito di cittadinanza senza averne diritto, percependo tra il 2019 e il 2021 circa 32.000 euro, ha riacceso la polemica sullo strumento di sostegno economico approvato nel 2019 dall’allora governo Conte I.
Marco Eboli, portavoce reggiano di Fratelli d’Italia, ha ricordato “il susseguirsi di simili episodi” che sembrano “confermare la regola che al momento della domanda nessun controllo viene fatto per verificare la veridicità delle autodichiarazioni, e solo grazie all’azione delle forze dell’ordine vengono scoperti”.
“Penso sia doveroso – ha aggiunto Eboli – cambiare la legge o i regolamenti attuativi per evitare che un provvedimento (tra l’altro molto discutibile nella forma) per aiutare le famiglie meno abbienti diventi, come è nella realtà, un’elargizione a pioggia di denaro pubblico, senza verifiche preventive della sussistenza delle condizioni”.
A Reggio, come ha reso noto nei giorni scorsi l’assessore comunale al bilancio Daniele Marchi, sono 1.465 le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza. Fratelli d’Italia ha chiesto che il Comune reggiano avvii un controllo capillare su ciascuna di queste posizioni “per scovare gli illegittimi percettori e destinare le risorse pubbliche a chi è in reale stato di bisogno. A livello parlamentare bisognerebbe poi riformare drasticamente il reddito di cittadinanza, fissando limiti e sanzioni per chi lo deve percepire e per chi lo percepisce illegalmente. Per tutti i contributi pubblici, dal sostegno all’affitto ai buoni spesa, vengono richiesti documenti che attestino lo stato effettivo di bisogno: non è più tollerabile che per il reddito di cittadinanza questo non avvenga”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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