Sessant’anni fa, il 29 aprile del 1961, Luciano Pavarotti debuttò nella lirica con “La Bohème” al teatro municipale di Reggio, interpretando il ruolo di Rodolfo. Per ricordare quella data, la Fondazione I Teatri di Reggio ha deciso di celebrare la ricorrenza diffondendo la musica di “Big Luciano” dalle terrazze del teatro Valli e allestendo sotto il portico del teatro un’esposizione di manifesti storici.
Per il portavoce reggiano di Fratelli d’Italia Marco Eboli “è giusto e doveroso ricordare l’esordio di Pavarotti, del modenese che inizierà la sua splendida carriera nella vicina Reggio. Di fronte a tali celebrazioni, da reggiano, e non per semplice spirito di campanile, mi chiedo perché negli ultimi 37 anni – il tempo trascorso dal mio ingresso in Sala Tricolore, da consigliere comunale, ad oggi – le giunte di sinistra che si sono succedute non hanno voluto mai celebrare degnamente, con un evento dedicato, il reggiano Ferruccio Tagliavini, tenore di fama internazionale, al pari di Pavarotti”.
Secondo Eboli “si è sempre in tempo, non avendolo mai fatto, per recuperare, se ci sarà la volontà politica, la sensibilità culturale e l’amore dei nostri simboli identitari. Per fortuna si tiene il festival dei quartetti d’archi dedicato al reggiano Borciani; ma, ricordo, nel centenario dalla nascita del nostro concittadino, il famoso pittore Fontanesi, fu Torino, città dove morì, a dedicargli una mostra antologica. Solo di recente, se non ricordo male, anche la nostra città gli ha dedicato un evento. Ebbene, ciò che da cittadino mi aspetto, da chi ci amministra, è un recupero della memoria storica della città, attraverso la valorizzazione dei concittadini illustri, colpevolmente dimenticati. La speranza è l’ultima a morire”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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