“Fratelli d’Italia Reggio Emilia non può esimersi dall’esprimere la propria perplessità per le parole spese dall’imam dell’Associazione Comunità islamica reggiana in occasione del più grave attacco terroristico subito dalla popolazione israeliana negli ultimi decenni. Ci saremmo aspettati, anche alla luce del delicato e importante ruolo che ricopre da molti anni all’interno della sua comunità, parole di netta condanna delle azioni terroristiche compiute da Hamas, una presa di posizione doverosa, pur nel contesto di una chiara e legittima collocazione a sostegno della causa palestinese, legittima anche se decisamente controversa”. Lo affermano il coordinatore provinciale Alessandro Aragona e Alessandro Casolari di FdI, definendosi “parimenti stupiti dall’assordante silenzio delle istituzioni locali”.
La polemica prende spunto da una intervista a Telereggio-Reggionline, in cui l’imam Saad Hassan Wagih aveva tra l’altro dichiarato – a proposito dei bambini uccisi e degli ostaggi israeliani presi da Hamas – “i media tirano fuori tante bugie senza documenti”, affermando che “la cosa principale è che i palestinesi sono i padroni di quella terra, l’occupazione israeliana è nata dopo: questo non è solo il mio parere ma anche delle Nazioni Unite, è una resistenza contro l’occupazione, la gente ne ha diritto come l’Italia ha fatto resistenza contro il fascismo“.
L’imam della Comunità islamica reggiana è di origini egiziane, è in Italia da 23 anni ed è considerato una delle figure di spicco dell’Associazione degli imam e delle guide religiose d’Italia. L’associazione ha sede in via Piccard, nella zona del Meridiana a Reggio , dove per il prossimo 3 novembre é in programma un incontro con il vescovo Morandi.
La solita retorica neofascista che con il Governo del Merito della borgatara, del bauscia, del maggiordomo di Palazzo Grazioli ha trasformato il poco di centro-destra che esisteva ancora nello scendiletto di Usa-UE-NATO-Ucraina-Israele. Da sovranista di destra sono costretto a seguire Fratoianni sui social perchè la destra italiana è una reliquia oramai conservata solo ai Musei Civici.