Hanno un nome, a quasi 80 anni dalla loro morte, altre quattro delle 18 persone i cui resti sono stati ritrovati nel 1991 sepolti nei ‘Cavon’ (una zona di stagni artificiali) di Campagnola Emilia, nel Reggiano.
La Procura di Reggio Emilia è arrivata all’identificazione grazie agli esami genetici affidati al Ris di Parma: si tratta di persone scomparse alla fine di aprile 1945, quando nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione scattarono vendette e rastrellamenti di partigiani nel ‘triangolo della morte’, con uccisioni politiche.
Dell’identificazione dei quattro – Giovanni Caviola, Luigi Rossi, Silvio Davoli e Aristide Ganassi – sono stati informati i familiari superstiti e il ministero della Giustizia, che aveva chiesto dopo alcune interrogazioni parlamentari. Le indagini, spiega il procuratore Gaetano Calogero Paci, sono state stimolate da un’intervista di Ada Bizzarri, 86enne, che il primo settembre ha detto al Resto del Carlino di aver fatto nel 2009 l’esame del Dna per il riconoscimento dei genitori, Carlo Antonio Bizzarri e Maria Bocedi, e di non aver più saputo nulla.
La Procura ha dunque cercato i documenti del tempo (l’inchiesta venne archiviata nel 1992) ed è emerso che le analisi medico legali eseguite nel 1991 sulle ossa, con le tecniche dell’epoca, hanno portato ad identificare nove persone, tra cui il padre di Bizzarri. Nel 2009 i carabinieri di Campagnola hanno depositato al Ris le cassette coi resti sui nove non identificati per la caratterizzazione genetica e recentemente sono state accertate col Dna altre tre compatibilità. La quarta è arrivata dalle analisi sulla cassetta attribuita al padre di Bizzarri, dove sono stati evidenziati due profili distinti, ma nessuno compatibile con la donna: uno ignoto e il secondo, invece, attribuibile ad un altro degli scomparsi. Gli accertamenti sugli altri resti proseguiranno.
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