Ci sono voluti quattro giorni di sciopero consecutivi, ma alla fine la mediazione è stata raggiunta: l’ipotesi di accordo votata dai lavoratori è stata firmata dalla direzione della Bertoni Forgiati di Luzzara, dalle rappresentanze interne e dalla Fiom-Cgil. Subito dopo la firma dell’accordo, i delegati della Fiom hanno rimosso lo striscione appeso ai cancelli aziendali sul quale era scritto “Bertoni: dignità e contratto”.
Anche nella giornata di martedì 11 dicembre, dopo oltre 32 ore di sciopero, i lavoratori si erano dimostrati determinati a non rinunciare al contratto, dichiarandosi pronti a proseguire la protesta (ininterrotta da giovedì scorso, dopo che mercoledì 5 dicembre la trattativa era saltata) in caso di mancato accordo; ma alle 10 del mattino è arrivata la risposta positiva della direzione aziendale della Bertoni, dove attualmente lavorano una cinquantina di persone in attività di cesoiatura e forgiatura di metalli per importanti imprese di meccanica agricola.
“Ci eravamo resi conto che non c’erano più le condizioni per proseguire il negoziato e i lavoratori hanno votato per iniziare uno sciopero. Non stavamo d’altronde chiedendo la luna, solo un aumento di stipendio che l’azienda si può ampiamente permettere”, ha spiegato Emiliano Borciani della Fiom-Cgil di Reggio: “Alla fine l’accordo è stato raggiunto. Il nuovo contratto accontenta tutti, e questa è la cosa più importante”.
Gli operai, in maggioranza stranieri, non si sono fatti fermare dal freddo che ha avvolto la Bassa reggiana nell’ultima settimana, e per quasi cinque giorni hanno presidiato i cancelli della Bertoni dalla mattina presto fino al tardo pomeriggio.
“Abbiamo raggiunto un importante accordo sulla regolamentazione delle ferie, migliorativo del contratto nazionale”, ha sottolineato la Fiom-Cgil, “per permettere ai lavoratori, per lo più indiani, di poter avere due periodi all’anno a rotazione in cui poter accorpare tutte le ferie e i permessi per andare nel proprio paese, oltre alla possibilità di poter estendere da tre a dieci giorni l’assenza per lutto di un familiare, o in caso di malattia grave”.
Agli operai, inoltre, è stato riconosciuto il diritto alla mensa attraverso l’erogazione di un buono pasto giornaliero di oltre 3 euro, e un aumento della retribuzione attraverso un’indennità oraria pari a 20 centesimi l’ora.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]