Martedì 9 febbraio l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, intervenuto durante la commissione Politiche per la salute e politiche sociali presieduta da Ottavia Soncini, ha fatto il punto sulla situazione della campagna vaccinale in Emilia-Romagna.
Alla data dell’8 febbraio sono state sottoposte a vaccinazione 263.356 persone (119.788 delle quali hanno già ricevuto anche la seconda dose) “e l’obiettivo è vaccinare tutti entro fine maggio o inizio giugno”: per “tutti”, ha spiegato l’assessore, si intendono 3,8 milioni di emiliano-romagnoli, quota che se venisse raggiunta comprenderebbe anche un ampio margine di sicurezza rispetto ai circa 3 milioni che sarebbero sufficienti per raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge” in regione.
L’assessore Donini ha poi parlato dei ritardi nelle consegne rispetto agli arrivi previsti: “La decurtazione delle dosi dei vaccini è stata una doccia fredda, abbiamo quindi rivisto l’organizzazione della macchina, rendendola flessibile e cioè in grado di essere calibrata al numero di dosi in arrivo”.
A febbraio, ha ribadito l’assessore dopo gli annunci dei giorni scorsi, dovrebbero essere consegnate all’Emilia-Romagna 341.050 dosi, mentre a marzo ne sono attese altre 643.972; le somministrazioni dovrebbero poi progressivamente aumentare tra aprile e giugno, con una disponibilità prevista per l’Emilia-Romagna di circa 800.000 dosi al mese.
Nei prossimi due mesi, ha ricordato Donini, “dovremmo vaccinare over 85 e poi over 80″, a cui sarà inviata una lettera con le indicazioni per prenotarsi; “successivamente tratteremo le categorie più vulnerabili e poi le persone nelle fasce d’età 75-79 anni e 70-74 anni: in questa fase verranno poi coinvolti (con il vaccino AstraZeneca, inadatto per le persone anziane) il personale delle scuole, le forze dell’ordine e le categorie dei servizi essenziali”.
Rispondendo alle osservazioni di diversi consiglieri regionali, l’assessore ha spiegato che la Regione Emilia-Romagna sta verificando – assieme ad altre Regioni – anche la strada dell’approvvigionamento diretto, opportunità che prevederebbe la possibilità di acquisire in autonomia dosi vaccinali contro il Covid-19 – sempre nel rispetto delle regole e della prassi, che prevede che ogni fornitura di vaccini importata sia validata dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. La strada dell’approvvigionamento di forniture extra era stata percorsa con efficacia anche per 200mila dosi di vaccino antinfluenzale acquistate dalla Regione quando la disponibilità era ancora scarsa.
Per quanto riguarda le persone che rifiuteranno di vaccinarsi, invece, Donini ha annunciato che sono previste azioni di persuasione e di sensibilizzazione sull’utilità della vaccinazione, ma ha parlato anche di possibili provvedimenti legislativi (in particolare per il personale sanitario). Un altro tema caldo è quello relativo allo stato della diffusione del virus in regione: Donini ha ammesso che gli indici stanno peggiorando, anche se per il momento “non sono attesi cambi di colore in regione”.
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Nel dibattito in commissione Daniele Marchetti (Lega) ha chiesto “la massima trasparenza nelle diverse fasi della campagna vaccinale”. Ha poi sollecitato all’assessore “maggiore chiarezza sulla programmazione collegata al piano attuativo regionale, in quanto non ci sono ancora dati precisi”.
Per Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) “rispetto ad alcuni annunci fatti, anche dall’assessore, ancora non ci siamo: è complicato vaccinare tutti entro l’estate, siamo lontani rispetto a queste previsioni e in questo modo la ripartenza si allontana”. Anche Barcaiuolo ha ribadito che “c’è un problema di forniture importante”.
Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “con il piano vaccinale regionale siamo ancora indietro: 13.000 persone, ad esempio, stanno ancora aspettando la seconde dosi, oltre i 21 giorni pattuiti”. Altre regioni, ha rimarcato, “sono pronte a fare 140.000 vaccinazioni al giorno (e stanno valutando approvvigionamenti diretti dai produttori), dobbiamo anche noi essere in grado di reggere questi numeri”. La consigliera ha poi chiesto chiarezza “su tempi di somministrazione, sulle modalità d’ingaggio e sulla gestione delle rimanenze” e “puntualità estrema sui dati”.
Per Silvia Piccinini (M5s) “è importante un’interlocuzione costante con tutte le forze politiche”: la consigliera si è dichiarata soddisfatta “per la scelta di prevedere un’organizzazione flessibile”. Nel rilevare poi la necessità di monitorare costantemente la curva vaccinale, Piccinini ha chiesto alla giunta di “programmare una campagna di sensibilizzazione a livello regionale”.
Francesca Maletti (Pd) ha parlato di “prospettive buone sui numeri”. La macchina, ha evidenziato, “da noi funziona meglio che in altre regioni”. È poi intervenuta sui problemi collegati agli approvvigionamenti: “ci sono delle difficoltà, non sappiamo quando arriveranno i vaccini”. Ha chiesto, infine, “la massima chiarezza sulle categorie coinvolte, per supportare i cittadini”.
Katia Tarasconi (Pd) ha ribadito la necessità di avere un’unica programmazione per tutte le regioni. Ha poi riferito di avere letto di approvvigionamenti autonomi di Veneto ed Emilia-Romagna e su questo ha chiesto chiarimenti. Infine la consigliera dem ha riferito sull’importanza di “coinvolgere il più possibile la medicina di base, a diretto contatto con la popolazione”.
Anche per Silvia Zamboni (Europa verde) “è importante mantenere aperto un canale con l’assessorato”. Ha poi chiesto “quali azioni verranno attivate nei confronti di chi rifiuta la vaccinazione” e “chiarezza sulla somministrazione del vaccino a chi ha già contratto il virus”.
Marco Mastacchi (Rete civica) ha sollecitato particolare attenzione “nei confronti dei disabili e delle persone che li assistono, da inserire in fascia di priorità”. Anche il consigliere ha chiesto chiarezza rispetto alle persone che hanno già contratto il virus.
Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa), nel ribadire che “la campagna vaccinale dipende dalla disponibilità dei vaccini”, ha chiesto particolare attenzione (a partire da quello che sarà il nuovo governo nazionale) sul tema dei brevetti, “gli approvvigionamenti dipendono da alcune multinazionali”. Ha poi chiesto di “prevedere punti vaccinali su tutto il territorio regionale, anche nelle periferie (come le aree montane)”.
Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ha parlato di “lavoro straordinario, in questa fase, da parte di giunta e assessore”, rilevando poi che “l’accesso alla prestazione in Emilia-Romagna non è un problema, in quanto questa regione è pronta (tenendo però conto del tema approvvigionamenti)”. Anche la consigliera ha chiesto “quali azioni verranno attivate nei confronti di chi non vuole vaccinarsi”, e ha sollecitato informazioni sulle varianti del virus.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]